Il vino degli altri. Champagne a +32%, ma c’è cautela. I francesi festeggiano e sperano che il 2022 confermi la tendenza. E gli italiani?

inserito il 19 Gennaio 2022

In questi giorni/settimane è tutto un fiorire di comunicati in cui i Consorzi di tutela dei vini italiani dichiarano che va tutto più che bene, che i vini si sono venduti, che la gente, in Italia e all’estero, li ha comprati e molto. C’è da dire che c’è chi si sta chiedendo se le buone performance del 2021, per il vino italiano e per il vino in generale, sia stata solo una “bolla” o, invece, s tratti di una tendenza che sarà confermata anche nel 2022 e, magari, negli anni a seguire. Informalmente lo abbiamo chiesto a vari produttori piemontesi, anche di calibro. Le risposte sono state discordanti: qualcuno non si fida, altri sono ottimisti. E visto che guardare cosa fanno i più bravi fuori dal nostro cortile è sempre una pratica interessante ecco arrivare la nota dello Champagne che indicando cifre di tutto rispetto (oltre 300 milioni di bottiglie vendute nel 2021 con un ottimo +32% rispetto al 2020) si limita a esprimere “cauto ottimismo” per il 2022. Un suggerimento da tenere presente anche in Italia. Ecco, dunque, la nota del Comité Champagne.

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CHAMPAGNE: RIMBALZO DELLE VENDITE NEL 2021, CAUTO OTTIMISMO PER IL 2022

Le spedizioni totali di Champagne nel 2021 ammontano a 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32% rispetto al 2020. Il mercato francese è in crescita del 25% con quasi 142 milioni di bottiglie, tornando al livello del 2019; le esportazioni continuano a crescere con un nuovo record a 180 milioni di bottiglie.

“Questo rimbalzo è una bella sorpresa per gli champenois dopo un 2020 impattato (-18%) dalla chiusura dei principali luoghi di consumo e dall’assenza di eventi in tutto il mondo”, ha commentato Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons, co-presidente del Comité Champagne, che si dichiara inoltre soddisfatto del “buon andamento del mercato nazionale”.

Con i settori del turismo e degli eventi ancora limitati dalle restrizioni dovute della crisi sanitaria, è lecito ipotizzare che il consumo domestico abbia preso il sopravvento. I consumatori hanno deciso di premiarsi a casa, compensando le preoccupazioni del clima generale con nuovi momenti di convivialità e di condivisione.

Nel 2020 i professionisti del vino avevano ridotto le scorte di fronte all’incertezza sulla durata della crisi sanitaria, nel 2021 hanno invece invertito la tendenza, sorpresi dall’accelerazione della domanda a partire dal mese di aprile. Inoltre, si sono manifestate alcune difficoltà legate alla logistica e ai disagi nei trasporti.

Jean-Marie Barillère, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, co-presidente del Comité Champagne, ha commentato che “grazie alle esportazioni e alla fedeltà dei consumatori per le grandi cuvée, lo Champagne raggiungerà un fatturato record di oltre 5,5 miliardi di euro*”, ma sottolinea che “la media delle spedizioni per il 2020-2021, 280 milioni di bottiglie per 4,9 miliardi di euro, rimane al di sotto del livello pre-pandemico (300 milioni di bottiglie per 5 miliardi di euro)”.

Colpita dalla crisi sanitaria nel 2020 e dalle difficili condizioni climatiche nel 2021, la regione dello Champagne spera che il 2022 apra la strada a un nuovo ciclo di crescita.

*dati provvisori da confermare

Il Comité Champagne, creato dalla legge francese del 12 aprile 1941, ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale. Il Comité Champagne mette le due professioni in relazione tra loro e conduce una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione.

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