Turismo. La nuova Atl Langhe Monferrato Roero si presenta ad Asti. Parola d’ordine: unità. Il patto tra albesi e astigiani per conquistare i turisti prossimi venturi

inserito il 3 Ottobre 2019

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Santa alleanza in tema di turismo tra Alba e Asti. Alla base c’è la nuova agenzia Langhe Monferrato e Roero nata dalle ceneri della “defunta” Atl di Asti (è stata liquidata) e la “corazzata” dell’Ente Turismo Alba-Bra-Langhe-Roero che, di fatto, ha inglobato personale e struttura dell’Atl astigiana dando vita ad un ente che conta una ventina di addetti, oltre 200 tra Comuni ed enti associati e più o meno 2,3 milioni di budget da spendere.
Il debutto della nuova creatura pro turismo davanti ai media di Asti si è avuto ieri con i giornalisti astigiani convocati nel palazzo comunale della città di Alfieri a sentire le novità dai diretti interessati, vale a dire: sindaco e assessore al Turismo di Asti città, rispettivamente Maurizio Rasero e Loretta Bologna, presidente e direttore di Atl LMR, Luigi Barbero e Mauro Carbone e la new entry Flavia Fagotto, manager dal curriculum impeccabile e dalle molte esperienze profesisonali in arrivo dal Nord Est a cui andrà il coordinamento proprio del lato astigiano di Atl LMR.
A proposito di novità ecco la navetta che da ottobre e novembre collegherà la fiera internazionale del tartufo di Alba alla mostra di Monet in corso ad Asti insieme, l’annuncio di nuovi logo e sito internet e di un programma “family” che faccia scoprire Langhe, Monferrato e Roero come un unico territorio appetibile alle famiglie di stranieri che lo voglio visitare.
E proprio il concetto di “unico territorio” è stato al centro di tutti gli interventi, specialmente di quelli di Barbero e Carbone che hanno sottolineato l’importanza di agire su un’area allargata per aumentare chances e potere contrattuale a livello mondiale. Come dar loro torto? Un passo dell’intervento di Carbone è stato significativo, quando il direttore dell’ormai ex Atl Alba Bra Langhe Roero ha detto: «Focalizzare su una zona ristretta non è un vantaggio, ma porta a una delusione da parte dei visitatori che si aspettano un’offerta più di ampio respiro…». Tradotto: l’Albese e l’Astigiano e i territori a loro affini non potevano bastare a se stessi per sempre, serviva una sinergia tra aree omogenee. L’Astigiano e l’Albese-Roero dono quelle aree. Non fa una piega e, soprattutto, porta lontano. Tanto lontano che, come ha anticipato sempre Carbone, a una importante fiera del turismo negli Usa, il distretto langarolo-monferrino-roerino si presenterà insieme ai colleghi toscani della Val d’Orcia. «È il made in Italy che si presenta insieme all’estero» chiosa il direttore dlel’Atl. Come non essere d’accordo.
Certo sono tutte cose che andranno verificate sul campo, dalla cose pratiche come la bontà della navetta Asti-Alba, alla capacità di due territori così lontani e così vicini di mettere da parte primodonnismi, ruggini politico-economiche, antiche e recenti rivalità economico-finanziarie, e fare dinalmente vera rete nell’interesse generale.
I presupposti non mancano. Asti e Alba sono città bellissime che hanno attorno un territorio collinare a cui devono tutto, dalle fortune economiche al riconoscimento Unesco che, giova dirlo, nato come idea a Canelli nell’Astigiano, fu allargato ai paesaggi vitivinicoli di Albese, Astigiano e Alessandrino per via, appunto, delle vigne di moscato, di barbera, di brachetto, di nebbiolo e di dolcetto coltivate dagli uomini e dalle donne del luogo. È, dunque, il duro lavoro fatto da secoli nei vigneti a fare la differenza. È quel paesaggio unico al mondo, fatto di filari e colline, il vero valore aggiunto. Quelli dell’Atl LMR hanno detto di averlo ben presente e di avere progetti in quel senso. Bisognerà dimostrarlo nei fatti, al di là dell’ottimo patto tra le “capitali” Alba e Asti.

 Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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