Scuola di cucina. A Costigliole d’Asti ancora esami per gli allievi chef dell’ICIF che arrivano da tutto il mondo per imparare la buona tavola Made in Italy

inserito il 5 Febbraio 2024

Dove il multiculturalismo incontra la tradizione, dove allievi cuochi da ogni parte del Pianeta -Taiwan, Sierra Leone, Venezuela, Seychelles ecc…- hanno l’opportunità di apprendere l’arte della cucina italiana, premiata ancora una volta quest’anno come prima al mondo dai Taste Atlas Awards 2023/2024. A offrire questo e molto altro è l’ICIF (Italian Culinary Institute for Foreigners), la scuola culinaria professionale ospitata dal 1991 all’interno del maestoso Castello di Costigliole  d’Asti, che si erge tra le colline dell’Astigiano. 

Con oltre 30 uffici di rappresentanza e 3 sedi ufficiali dislocati nei 5 continenti, l’ICIF continua a promuovere da oltre trent’anni la stessa missione di promozione del soft power (il cosiddetto “potere morbido”) della cucina italiana nel mondo. Mentre le reti all’estero fungono da collegamento con la ristorazione e le istituzioni locali, mirando a una reciproca cooperazione, la sede italiana di Costigliole d’Asti fornisce insegnamenti teorici, conoscenze pratiche e organizza stage con ristoranti in tutta Italia. Il tutto attraverso una vasta gamma di offerte formative -si va da un minimo di 3 giorni a un massimo di 6 mesi- che include nel prezzo il servizio di foresteria, garantendo ai propri studenti vitto e alloggio per tutta la durata del corso. Per maggiori info consultare la pagina https://icif.com/corsi-di-cucina-italiana   

Come ogni scuola che si rispetti, anche l’ICIF prevede prove finali a suggello del conseguimento del percorso accademico. Il primo degli esami del 2024, rivolto agli studenti del master di cucina di I e II livello, si è svolto venerdì 2 Febbraio presso la sede di Costigliole d’Asti. Prima di accingersi alla preparazione dei piatti, sono stati gli stessi tredici candidati a sorteggiare le pietanze che avrebbero dovuto presentare alla giuria. Tra classici della tradizione piemontese e rivisitazioni in chiave moderna, il menu prevedeva piatti quali: peperone ripieno con delicatezza di tonno e insalata russa, calamari ripieni in salsa di pomodoro e vongole montate all’olio extra vergine d’oliva, agnolotti del “plin” burro e salvia, risotto con zucca e ragù d’anatra speziato, guancia di maialino stufata al barbera con gnocchetti di polenta e infine bavarese allo yogurt.

L’estrema accuratezza nella presentazione dei piatti, la perfetta armonia tra i molteplici sapori, combinate ad un’attenta preparazione confermano nuovamente l’altissimo livello della cucina italiana- oltre che il suo primato internazionale-, anche e soprattutto nel delicato processo di formazione della “next gen” degli chef. I giovani talenti usciti dalle cucine dell’ICIF, infatti, si porteranno per sempre dietro gli insegnamenti culinari dell’Istituto, che, nel corso di quest’esperienza, non solo ne ha arricchito il bagaglio professionale, ma ha fornito loro uno scambio di saperi e di “know-how” dal valore inestimabile.    

Enrico Tommaso Larganà

Pubblichiamo qui di seguito alcuni scatti con piatti e i protagonisti della sessione di esame. 

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