Douja d’Or 2023. Il vino piemotese (tutto) ha la sua vetrina. Dall’8 al 17 settembre la grande enoteca astigiana alla prova del nove, tra la voglia di Monferrato con uno sguardo a Langhe e Roero

inserito il 4 Settembre 2023

Si scrive Asti si legge Douja dOr. Almeno dall’8 al 17 settembre prossimi quando la città di Vittorio Afieri e di Giorgio Faletti, di Paolo e Giorgio Conte e del Palio più antico d’Italia (che si è corso domenica scorsa 3 settembre), sarà ancora una volta location della Douja d’Or, manifestazione legata al vino piemontese, ma anche al vermouth, alla grappa e a tutte le eccellenze del Piemonte non esclusa la cultura, l’arte, la musica e la letteratura.

A leggerla bene la Douja potrebbe essere, e forse lo è, il riscatto di quella provincia piemontese, per troppi anni, Langhe a parte, raccontata come un po’ sonnolenta e pigra, da “bogia nen” (statu quo in lingua locale), e che, invece, inventa, crea, lotta per emergere e, alla fine, nonostante le tante (troppe) discussioni e polemiche, rischia persino di riuscirci e bene, con il turismo che aumenta persino più di Alba (ma poi gli albesi, come i francesi di una famosa canzone, s’incazzano?) e viene perfino presa a modello.
Però bisogna lavorare ancora moltissimo. Nelle teste e nelle azioni.

E se penate che questo prologo, fin troppo lungo, sia un pistolotto, beh, avete ragione a metà. Perché alla conferenza stampa di oggi, alla presentazione dell’edizione 2023 della Douja d’Or di Asti, alla Camera di Commercio, che per l’occasione riserva sempre uno dei suoi saloni più austeri e asettici (la prossima la facciamo sotto i portici del Michelerio o nella Casa di Alfieri o al Lapidario?), s’è parlato proprio di questo: cioè di futuro.

Al banco dei relatori c’erano: il presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia, il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, il presidente della Fondazione CrAsti, di Astiss (Università) e di Asti Musei, Mario Sacco, con l’assessore all’Agricoltura della Regione, Marco Protopapa e il vicepresidente regionale, Fabio Carosso.
In platea rappresentanti di Consorzi vinicoli, con Mariano Rabino, presidente dell’Atl (turismo) Langhe Monferrato Roero, Andrea Amalberto presidente dell’Unione Industriale di Asti ed esponenti delle associazioni agricole e delle imprese artigianali e produttive della provincia.

Fare un riassunto degli interventi sarebbe fin troppo didascalico. Tuttavia quello che, al di là delle parole di circostanza, è emerso, a nostro parere, è che l’Astigiano di candida a diventare “the new Langhe”, con la voglia di progettare accoglienza, di raccogliere risorse, idee e iniziative, magari legando in una collaborazione virtuosa e produttiva imprenditoria e istituzioni, nel segno di quello spirito di sana competizione nell’unità di intenti (solo in apparenza un ossimoro) che ha predicato Rabino nel suo intervento.

Ci riuscirà? La Douja 2023 che ha come slogan perpetuo “Il vino sempre al centro”, potrebbe essere una bella prova del nove.

Dall’8 al 17 settembre Asti sarà invasa da profumi e sapori del vino e dei suoi derivati. Il programma completo qui.
In piazza San Secondo ci sarà il polo di accoglienza enogastronomico allestito da Piemonte Land of Wine, il super consorzio che raggruppa tutti i Consorzi vinicoli piemontesi ed è partner principale, insieme all’ente camerale, della Douja.
Poi c’è il Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti che in piazza Roma allestirà degustazioni e isole gastronomiche; quello della Barbera d’Asti e vini del Monferrato che a palazzo Alfieri farà degustare le sue denominazioni rosse e bianche insieme a street food di livello e poi ci saranno i Vermouth le grappe le tante proposte enogastronomiche, le masterclass e i convegni con due forum il 9 e il 17 settembre, dedicati alle modifiche che la UE ha indicato in materia di dop allestiti dall’Accademia della Vite e del Vino e da Piemonte Land of Wine.

Senza dimenticare i vini biologici che hanno dignità nella Douja astigiana attarverso le iniziative presentate da Pierottavia Daniele.

Insomma la Douja, anche quest’anno, checché se ne dica, prova a sorprendere, a proporre spunti di riflessione, a scuotere il tessuto sociale con un moto d’orgoglio di astigianità che fa augurare al sindaco Rasero: «che quando i turisti e gli astigiani entrino in un bar, magari aperto la domenica che non sarebbe davvero male, trovino personale che, prima di servire Prosecco, propongano i nostri vini». Davvero non sarebbe male.

Intanto godiamoci questa edizione di Douja d’Or che si svolge in tempo di una vendemmia complicata tra temperatura africane, siccità che dura da anni e mancanza di manodopera, ma questa è un’altra storia.

In fondo a questo articolo le nostre videointerviste a: Stefano Ricagno (Pimonte Land), Lorenzo Barbero (Asti) e Vitaliano Maccario (Barbera).
Le riprese e il montaggio e le immagini sono di Vittorio Ubertone.

Filippo Larganà
filippo.largana@libero.it

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