Sono due i consiglieri di amministrazione del Consorzio dell’Asti docg in quota Cia. Filippo Molinari e Fabrizio Canaparo, di scuola Ctm (il movimento culturale del moscato fondato e diretto da Giovanni Bosco) sono stati eletti in una lista al di fuori di quella proposta dalle organizzazioni di categoria. Tuttavia sono iscritti alla Cia e oggi il presidente nazionale di questa organizzazione, Dino Scanavino, piemontese e originario di Calamandrana nell’Astigiano dove è stato anche sindaco, attraverso l’ufficio stampa della Cia ha emesso un comunicato che sembra mettere i puntini sugli “i”, come si dice. Lo pubblichiamo integralmente.
“Roma – Bene i profili individuati nel nuovo Cda, con Molinari e Canaparo garantita la tutela degli interessi di tutti gli agricoltori. Ora guardiamo con attenzione a presidenza dell’ente su cui si deciderà l’11 maggio. Obiettivo ridare slancio a un vino di prestigio in una fase di difficoltà. Così l’Asti Docg ha messo in moto negli ultimi mesi un processo di rinnovamento importante, come dimostra l’avvio dell’iter della nuova denominazione Asti Secco (Dry) che non sostituisce, ma integra la gamma di produzione ed è l’esempio di un percorso appoggiato e condiviso sia dagli agricoltori che dagli industriali. Un cambiamento che, in questi giorni, sta investendo anche la dirigenza del Consorzio di tutela.
Il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino commenta le novità emerse dalle votazioni per il rinnovo del Consiglio di amministrazione dell’ente: “Molti agricoltori hanno aderito al Consorzio acquisendo il diritto di voto – sottolinea – e per questo la loro partecipazione alle elezioni è stata altissima. Due dei rappresentanti della parte agricola eletti nel nuovo Cda sono soci della Cia, Filippo Molinari e Fabrizio Canaparo, e siamo certi che sapranno tutelare al meglio gli interessi di tutti i produttori agricoli, nella più ampia autonomia rispetto alla nostra Confederazione, contribuendo a rafforzare l’immagine positiva del Moscato”.
Tuttavia la Cia rileva come, nonostante la forte spinta innovativa determinata dai rappresentanti dei produttori liberi della parte agricola, le nomine legate alla cooperazione non hanno dimostrato la stessa volontà, esprimendo candidati che poco hanno a che fare con il rinnovamento. Basti pensare che uno dei rappresentanti eletti dalla cooperazione, Evasio Marabese è coetaneo dello stesso Consorzio, nati entrambi nel 1932.
Quanto all’elezione della presidenza del Consorzio dell’Asti, “non ci riteniamo del tutto soddisfatti delle proposte che stanno emergendo riguardo i nomi dei candidati alla guida dell’ente – evidenzia Scanavino – in particolare sui vicepresidenti che formeranno la Giunta esecutiva. Comunque, in attesa dell’elezione del nuovo presidente, prevista per il prossimo 11 maggio, la Cia formula i migliori auguri di buon lavoro ai rappresentanti eletti e al nuovo direttivo, restando a disposizione degli imprenditori del sistema consortile”.
Il Consorzio per la tutela dell’Asti, uno dei sistemi di rappresentanza vitivinicola più antico di Italia, valorizza, tutela e promuove l’Asti e il Moscato d’Asti associando 1.106 realtà tra case spumantiere, aziende vitivinicole, vinificatori e cantine cooperative, oltre a circa 800 produttori di uva soci di cantine sociali con delega di rappresentanza, coprendo un territorio di 52 comuni, con sede istituzionale a Isola d’Asti. La superficie interessata all’Asti è di 9.700 ettari per una produzione annua di 54 milioni di bottiglie di Asti Docg e 31 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti Docg, corrispondenti a 800 mila ettolitri (dati 2016)”.