La location è stata quella storica di piazza Alfieri ad Asti, con la statua di Vittorio Alfieri che la domina da un lato e sembra guardare, perplesso, l’architettura squadrata del Palazzo della Provincia.
I bene informati dicono che fino a qualche decennio fa il Festival delle Sagre si facesse lì, prima di migrare in piazza Campo del Palio che oltre ad essere una delle piazze più grandi e asfaltate d’Italia è anche un utilissimo parcheggio e sede di mercato settimanale e di altre manifestazioni che abbiano utilità di largo spazio.
E lì, nel fine settimana tra il 10 e 11 settembre, si è svolta appunto l’edizione 2022 del Festival delle Sagre, organizzato dall’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Asti e Alessandria, un tempo definito il più grande ristorante a cielo aperto con la sua quasi cinquantina di pro loco che da tutto l’Astigiano proponevano piatti e vini tipici.
Quest’anno per una serie di ragioni molte pro loco hanno dato forfait. C’è chi parla di crisi di volontari e chi di un plateatico (l’affitto dello spazio pubblico) con prezzi proibitivi. Sta di fatto che al Festival delle Sagre 2022, che coincideva con l’apertura della Douja d’Or, rassegna dedicata ai vini piemontesi, quest’anno c’erano 13 delle storiche “casette” dalle quali si è distribuito cibo e vini. E domenica c’è stata anche la tradizionale sfilata dell”orgoglio astigiano, con tanti figuranti e pubblico.
Cosa è andato e cosa non è andato? Tra le cose che hanno funzionato di certo c’è stato il richiamo mediatico che ha portato ad Asti migliaia di turisti e amanti della formula “sagre”. Tra le cose che hanno funzionato meno (e che abbiamo toccato con mano) l’organizzazione delle code alle casette per ritirare il cibo, molte, con lo spazio ristretto, si intersecavano tra loro.
Naturalmente i social si sono subito divisi tra favorevoli e contrari, ma un fatto è certo ed è, a nostro avviso, positivo: il Festival delle Sagre non è morto, anche se ha fatto una “cura dimagrante”, e c’è da augurarsi che, non solo per Asti che ne ricava benefici diretti, ma anche per tutta la provincia che ne ottiene una bella immagine da spendere per attrarre turisti e amanti della buona tavola – sappiamo di turisti che hanno pernottato in provincia per poi recarsi ad Asti per seguire Douja e Sagre -, queste manifestazioni non solo prosperino, ma possano, in futuro evolversi con eventi spin-off, cioè derivati da loro.
È pretendere troppo? Crediamo di no. Intanto qui di seguito le belle immagini del nostro Vittorio Ubertone. Buona visione.
fi.l