Comuni del Moscato. Borriero, sindaco di Costigliole d’Asti, eletto presidente: «Ora ritroviamo l’unità della filiera»

inserito il 8 Febbraio 2011

Paesaggio del moscato d'Asti (ph. Vittorio Ubertone)

Giovanni Borriero, agronomo e sindaco di Costigliole d’Asti è il nuovo presidente dell’associazione a cui aderiscono quasi tutti i 52 Comuni della zona del Moscato d’Asti tra e province di Cuneo, Asti e Alessandria. Con alle spalle significative esperienze da amministratore pubblico, anche alla Provincia di Asti, al vertice anche della Comunità collinare “Tra Langa e e Monferrato”, Borriero guida uno dei Comuni più viticoli del Piemonte, sede di una famosa scuola internazionale di cucina e patria professionale di Guido Alciati, l’indimenticato ristoratore che insieme alla moglie e ai figli è stato al timone di uno dei ristoranti più apprezzati d’Italia. A Sdp ha concesso questa intervista in esclusiva.

Presidente, da pochi giorni ha preso il testimone dal suo predecessore, il sindaco di Santo Stefano, Beppe Artuffo. Qual è oggi lo stato dell’associazione?

«Ottimo. Ho trovato un vero spirito di squadra. Questo mi fa ben sperare per il futuro di un sodalizio che si conferma essere uno strumento importante per la tutela del territorio del Moscato»

Però, presidente lei sa che la questione moscato è in pieno fermento. Ci sono contrapposizioni, tesi opposte a volte che collidono. I Comuni rischiano di essere il vaso di coccio tra i vari si ferro?

«Noi vorremmo essere un elemento di stabilizzazione, oltre che di garanzia e rilancio della zona. In questo senso vogliamo in qualche modo essere di mediazione tra le parti. Oltretutto in un momento di grande successo per il Moscato d’Asti e l’Asti spumante»

In che modo?

«Chiederemo un incontro all’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, a cui chiederemo se sia possibile di fare entrare nostri rappresentanti nella commissione paritetica del moscato. Crediamo che il nostro apporto possa essere d’aiuto»

Ma c’è la questione dell’inserimento di Asti città nella zona dei Comuni del Moscato. Il Consiglio di Stato ha dato ragione a chi, Comuni del Moscato e Assomoscato, si erano opposti ad un’iniziativa appoggiata dal Consorzio e dal Comune di Asti. Qual è oggi la posizione dell’associazione che presiede?

«Prima di tutto c’è da chiarire un fatto. Nessuno dei Comuni è mai stato contrario a priori all’ingresso di Asti città. Quello che ha fatto scattare l’opposizione è stato il metodo usato, un decreto dell’allora ministro Paolo de Castro che è apparso più come una forzatura sopra la testa della zona di produzione. Da chi il “no” ribadito anche dai giudici. Questo non vuol dire che Asti non debba, seguendo le regole, chiedere di entrare nella zona. In fondo la città di Alfieri dà il nome all’Asti e al Moscato docg. Della vicenda, come è stato deciso nell’ultima commissione paritetica, si occuperà la Regione e io credo che se ci saranno i presupposti giusti, in regola con tutti i crismi che vuole il disciplinare della docg, Asti potrà entrare nella denominazione».

Iniziative?

«Segnare il territorio del Moscato e dell’Asti. Il comune di Cossano Belbo ha lanciato l’idea di due grandi bottiglie di Moscato e Asti con un gioco di luci che ricordano le bollicine, da piazzare all’ingresso del paese. È un progetto che vogliamo proporre ai Comuni del Moscato. Il Consorzio dell’Asti e del Moscato, presieduto da Paolo Ricagno, e la Regione, ci daranno una mano sui costi, un po’ meno di 4 mila euro a Comune. Credo sia un buon inizio per fare dei nostri territori le terre del Moscato anche in modo visibile».

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

21 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 14 Febbraio 2011 at 08:20 -

    Concordo con Luca…

  2. luca vola 13 Febbraio 2011 at 21:57 -

    facciamo attenzione a non confondere chi ha idee diverse (giuste o sbagliate) come intenzione di dividere in buoni e cattivi (vale per tutti) altrimenti appianiamo ogni differenza e non ne usciamo più…perchè di questo passo si comincerà anche nel moscato a dare del Comunista a chi la pensa diversamente. le differenze (a patto che da tutte le parti si rispettino le regole) sono quelle che portano dinamismo. e allora nel caso che si critichi il Consorzio su un tale aspetto non significa assolutamente pensare che ilConsorzio sia il cattivo e i dissidenti i buoni. ma dovrebbe essere uno stimolo, a patto di non arroccarsi, per cambiare in meglio. quando noi piemontesi smetteremo di credere che tutto sia deciso a priori, che le cose non possono cambiare, che io ho ragione e tu torto a priori e smetteremo di voler categorizzare tutto alla moda di Aristotele e ragionare sempre per compartimenti stagni bè..allora sarà davvero un Buon Asti e Buon Moscato d’Asti per tutti!

  3. Piercarlo Sacco 12 Febbraio 2011 at 23:12 -

    Buona sera
    Faccio tanti auguri al nuovo presidente Giovanni Borriero , speriamo che si impegni come gli altri (o magari di più), però a questo punto, ci sono troppi (Giovanni ) che fanno i presidenti, bisognerebbe (cancellarne) qualcuno!! Speriamo che nel nuovo (consorzio di scopo) non mettano un altro Giovanni, altrimenti non si capisce più nulla
    Comunque io vorrei che il comune di Asti non entrasse a far parte dei comuni del moscato, altrimenti siamo di nuovo da capo, come nel 1996 nuovi impianti, e poi….. nel 2000 Distillazione…..crisi rese basse ecc… Quindi speriamo che qualcuno metta giudizio ( o i miei dubbi ma!)
    Voglio precisare che non ho nulla contro quelli Asti, però non vorrei che dopo fosse peggio per tutti.
    Però si dovrebbe fare un referendum, come le votazioni comunali ad esempio, il contadino deve sapere.. deve poter dire SI o NO , come diceva il sindaco di neviglie a sant stefano : bisogna chiedere il permesso ai contadini ..GIUSTAMENTE non che decidano gli altri a nostra insaputa
    I mestieri alla fine si fanno in pochi … e alla fine si vedrà.
    Saluti…

  4. giovanni bosco ctm 12 Febbraio 2011 at 20:41 -

    Visto che purtroppo certe opinioni e certi modi di proporsi vengono scambiati come predicozzi, e non sei il primo a dirmelo,altri l’hanno scritto e con parole molto più dure, voglio soprassedere e accettare la tua sfida. Parliamo di cose più stimolanti. Territorio deturpato. Chi dovrebbe insegnare a chi vive su questo territorio il sistema migliore affinchè il territorio non sia deturpato?
    Che cos’è un territorio deturpato? Chi deve dare indicazioni affinchè questo territorio sia accetttabile secondo i canoni della decenza?Il bello che forse a te e a me piace, piace anche a chi costretto dalle esigenze della vita per poter salvare la propria azienda ha dovuto costruire capannoni per i polli tra le proprie vigne?
    Ci sono più Prosecco e Pinot sulle tavole dei contadini che Barbera e Moscato o Asti e Dolcetto.
    Di chi è la colpa? Dei contadini o di coloro che per anni hanno predicato che l’Asti era un prodotto industriale( chi vuole può sempre consultare il mio archivio) e che non si doveva far sapere che l’Asti era prodotto con l’uva moscato?
    Negli anni sessanta alcuni contadini più intraprendenti si sono inventati il mestiere di industriali senza ne parte ne arte. Hanno messo in piedi aziende di una certa importanza producendo vini della zona con vini giunti da altre parti d’Italia (parlo per esperienza diretta), senza trascurare le amare vicende delle “dolci notti”.
    Come possono i contadini che si spaccano la schiena nei sorì amare un prodotto quando lo stesso viene svilito con prezzi talmente bassi che gli stessi industriali nei regali di natale ai propri conferenti offrono il Pinot e il Prosecco anzichè l’Asti Spumante?(fatto notare da una dirigente del ctm alla cena di fine anno alla ditta alla quale conferisce l’uva).
    Vogliamo parlare di questo e dibattere l’argomento? Bene, ma facciamolo con dei dati precisi e documentati.
    Bolle di sapone dice la contadina verace. Chissa come mai dopo la nascita del periodico “Gli Amici del Moscato”(anno 1976) molti contadini si sono messi in proprio ma nessuno si è messo a fare l’industriale. Come mai nessuno ha seguito i predecessori degli anni ’60?
    Non voglio tediare di tutto quello che in quarant’anni si è ottenuto con i “predicozzi”, soprattutto a te
    che conosci bene la storia e che ora “concordi su tutto”.
    Sai qual’è la cosa più bella della serata del 31.gennaio?
    Un dirigente di una delle più importanti ditte produttrice di Asti Spumante mi si è avvicinato e mi ha detto “Le prometto che da domani inizierò a studiare la storia del moscato”.
    Lo facessero in tanti…forse le uve sarebbero pagate di più, i contadini inizierebbero ad apprezzare il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante e certi capannoni nati per la “pagnotta” scomparirebbero e si inizierebbe ad amare questo stupendo territorio… che poi siamo noi.
    Sono caduto nuovamente nel “predicozzo” chiedo scusa ma la gioventù lo passata in seminario.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  5. filippo 12 Febbraio 2011 at 19:14 -

    @Contadina: concordo in pieno su tutto. @Giovanni: perdonami ma sarà l’età (mia) ma non reggo proprio più i predicozzi fine a sé stessi e il tuo sembra proprio questo. Perché dici che chi fa parte del Ctm DEVE avere il coraggio? Forse perché chi non ne fa parte è un codardo? Suvvia Giovanni, sei troppo navigato per cadermi su queste inezie. Tu insieme ad altri avete fatto nascere il Ctm come movimento d’opinione, non come club dei “migliori” o di chi si comporta meglio di altri o di chi ha più coraggio o di chi ha gli occhi più azzurri e capelli più biondi. Non ripeto più le regole di questo blog dove è benvenuto anche chi si firma con uno pseudonimo che non è inferiore a nessuno, neppure, con tutto il bene che voglio a te al tuo movimento, a quelli del Ctm e al suo presidente. Un’ultima cosa: questo dibattito, che alla fine rischia di diventare un batti e ribatti tra me e te, non mi appassiona. Parliamo di cose più stimolanti e non del nostro ombelico, per esempio di come il nostro territorio è stato deturpato e di come i Comuni, spesso, si tirino fuori da questo discorso; del fatto che i vini piemontesi vanno bene all’estero anche se i piemontesi non fanno quasi nulla per promuoverli; di come nei frigoriferi e sulle tavole della gente piemontese, contadini compresi, ci siano più Prosecco e Pinot che Barbera e Moscato o Asti e Dolcetto; del fatto che chi abita in Piemonte per primo non rispetta l’ambiente, basta farsi un giro a caccia di piccole e grandi discariche abusive che spesso nascono vicino a borgate e alla periferia di paesi viticoli. Ecco parliamo di questo, firmandoci con nostro nome o con uno pseudonimo, in piena libertà. Garantisce Sdp. Grazie a tutti.

  6. giovanni bosco ctm 12 Febbraio 2011 at 15:01 -

    E invece proprio su questo ci deve essere il dibattito. Aprire gli occhi, ovvero portare la conoscenza a tutti i diretti interessati, si corre dei rischi. Quando le persone aprono gli occhi i primi ad essere giudicati sono proprio coloro che si assumono il compito di aprire gli occhi. e se coloro che si sono presi questo compito non sono in regola al 100% le loro “verità” vanno a farsi benedire.Ognuno può fare la scelta che vuole, ci mancherebbe altro, ma chi fa parte del CTM, movimento d’opinione, deve avere il coraggio di firmare le proprie tesi ed essere ben individuato affinchè possa avere visibilità. Poi si possono discutere le “verità” se sono valide o sono delle fregnacce. Noi non vogliamo essere migliori o peggiori di altri ne tantomeno vogliamo dividere le persone in buoni e cattivi. Vogliamo solamente far discutere la gente, vogliamo far sì che certe decisioni prima di essere prese vengano discusse con i diretti interessati. Per questo siamo disposti a mettere la faccia per essere noi per primi ad essere giudicati, prima ancora delle nostre “verità”.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  7. Contadina verace 12 Febbraio 2011 at 14:31 -

    Quante sfumature può avere un colore? Sembra così palese che anonimato sia l’equivalente di timore. C’è chi invece può vederlo come un modo di evitare idiote e ipocrite pacche sulle spalle e/o un modo per evitare lunghi discorsi filosofici sul moscato che ti fanno illudere un pò ma che hanno la consistenza di una bolla di sapone.

  8. filippo 12 Febbraio 2011 at 12:27 -

    @Giovanni: non solo lo penso, sono fermamente convinto che si stia vivendo un momento storico (e sociale) dove conviene a molti, e in svariati settori della vita, dividere la gente in buoni e cattivi. E ci siamo talmente dentro che ha volte lo si fa senza seppure accorgersi di farlo. Per esempio lo fai tu, magari senza volere, quando dici che quelli del Ctm non hanno paura di mostrare la faccia. È una loro (vostra) scelta, rispettabile come quella di chi, per motivi suoi, non vuole rivelare la sua identità. Forse che questi ultimi sono peggiori di quelli del Ctm, o quelli del Ctm sono migliori perché hanno il “coraggio” di mostrarsi? Non credo che questi siano presupposti validi per promuovere un dibattito serio.

  9. giovanni bosco ctm 12 Febbraio 2011 at 12:17 -

    Ma perchè pensi sempre che si voglia fare una lista di buoni o cattivi. Il mio intervento era soltanto per far capire che quelli del CTM non hanno paura di far vedere la propria faccia bella o brutta che sia…senza il desiderio che qualcuno dia loro ragione …anche perchè molte volte vedere le cose qualche anno prima degli altri, per qualche anno si passa per pazzi…
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  10. filippo 12 Febbraio 2011 at 11:42 -

    @Giovanni: questo è un blog aperto a tutti e fin tanto che non ci saranno insulti o comportamenti verbali offensivi e lesivi ognuno può decidere liberamente di intervenire rivelando o no il proprio nome. E la sua scelta, qualsiasi sia, è da rispettare… senza fare liste di buoni e cattivi che già in giro ce ne sono troppe…

  11. giovanni bosco ctm 12 Febbraio 2011 at 11:27 -

    Se su Sapori del Piemonte trovi un contadino che si firma con nome e cognome è uno del CTM, chissà perche? (giovanni bosco)
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  12. filippo 11 Febbraio 2011 at 21:27 -

    «Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia» (Giulio Andreotti)

  13. FILIPPO MOLINARI 11 Febbraio 2011 at 20:26 -

    A volte si consumano più energie nel parlare dei problemi di quante ne servirebbero per risolverli….. “Henry Ford “

  14. giovanni bosco ctm 10 Febbraio 2011 at 09:02 -

    Caro Luca è ovvio che m.f. ha ragione per quanto riguarda i capannoni, ma io credo che il compito di un’amministrazione comunale non sia soltanto quello di proibire, ma debba essere anche e soprattutto quello di proporre. Perchè sono favorevole che i rappresentanti dell’Associazione dei Comuni del Moscato vadano in paritetica? Perchè credo che il moscato deve essere trattato come problema socioeconomico, credo che del problema debbano essere investiti tutti gli abitanti della zona e chi meglio dei sindaci possano rappresentarli? Io proporrei che in paritetica non solo debbano andare i sindaci come uditori ma anche qualcuno che conosca la storia del moscato per ricordare a tutti quanto siano importanti i vigneti storici (i sorì) situati nel micene medio che da secoli producono il migliore moscato del mondo.
    Tu sia del mio pallino delle quattro colonne per costruire una solida casa del Moscato : Agricoltura, Industria, Territorio e Cultura.Purtroppo ci son troppi industriali e anche troppi contadini ancorati al 68 ” l’utero è mio e me lo gestico io” che non riescono a capire che da soli non riusciranno mai a valorizzare questa grande zona. Tantè che alcune multinazionali, per non perdere prodotto,stanno dando vita a delle proprie cooperative di lavoro per la coltivazione dei vigneti dei conferenti troppo anziani.Soci di queste cooperative di lavoro troviamo in maggioranza extracomunitari, ma anche molti contadini di quei sorì che non riescono più ada avere un reddito sufficiente alle proprie esigenze.
    Ringrazio Filippo che ci permette di dibattere su questo blog il problema (o la risorsa come piace all’Assessore Sacchetto) e a tutti auguro Buon San Valentino…con una bottiglia di
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  15. luca vola 9 Febbraio 2011 at 19:34 -

    concordo pienamente con m.f, . se i nostri territori entreranno come Patrimonio dell’Unesco sarà di sicuro grazie ai vigneti e non alle strutture..anzi..chi deciderà in merito avrà un bel da fare a dover chiudere un’occhio..o forse tutti e 2 per non vedere certi mostri..e su questo, e lo dico anche al mio presidente Giovanni Bosco, abbiamo molto da lavorare, perchè anche questa è cultura, di cui ahimè siamo tremendamente sprovvisti!! Sacchetto ha detto a Ssb il 31gennaio che approveranno il Piano Casa, con cui saranno aumentati del 20% i potenziali metri cubi di cemento. mi auguro che si evitino abusi edilizi e se proprio di deve costruire, almeno con certi criteri!! langa docet (quella del Barolo e barbaresco per intenderci) ..

  16. giovanni bosco ctm 9 Febbraio 2011 at 15:06 -

    Mi dispiace caro Alessandro ma fin quando i produttori di moscato non saranno in grado di dimenticarsi che il moscato non è soltanto più un “problema agricolo” ma ormai è diventato un “problema socioeconomico” che investe tutta la popolazione e quindi i sindaci in prima persona devono interessarsi del “problema” non caveremo un ragno dal buco.Purtroppo mi rendo conto che la strada è ancora lunga…certi luogi comuni son duri a morire. Ogni zona ha l’economia che si merita in base alle capacità, l’intraprendenza e la fantasia di chi ci abita.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  17. alessandro 9 Febbraio 2011 at 13:50 -

    Approvo e sottoscrivo quanto detto da m.f.
    I sindaci continuino a fare i sindaci, hanno lavoro a sufficienza senza andare ad infilarsi in una commissione paritetica con cui non hanno nulla a che fare… A meno che anche loro non cerchino di infilarsi nel carrozzone degli enti mantenuti dai produttori di moscato…

  18. m. f. 9 Febbraio 2011 at 09:24 -

    invece di mettere dei totem lungo le strade, che sicuramente peggioreranno il paesaggio, sarebbe meglio che i sindaci cominciassero a fare ciò che è di loro competenza: TUTELARE IL PAESAGGIO E L’AMBIENTE: capannoni industriali e aree pseudo-industriali squallidi ovunque, edifici obbrobriosi sulla cresta delle colline, arredi urbani indecorosi, stili architettonici improbabili o ridicoli, cattivo gusto ovunque… queste sono le cose che non si vorrebbe vedere, quelle che allontanano turisti e potenziali nuovi clienti-
    SINDACI : fate dei piani regolatori finalmente mirati alla difesa del territorio, e non al suo consumo sfrenato!

  19. giovanni bosco ctm 9 Febbraio 2011 at 08:57 -

    Giovanni Borriero, Presidente dell’Associazione dei Comuni del Moscato, : L’Uomo giusto, al posto giusto e al momento giusto. Sono convinto che l’Associazione inizierà a funzionare alla grande…come sognavano nel 1999, quando io, la contadina verace e… tanti altri dormivamo in piazza.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  20. filippo 9 Febbraio 2011 at 08:11 -

    @contadina: tutto quello che hai detto è compreso nel “seguire le regole”…

  21. Contadina verace 9 Febbraio 2011 at 07:05 -

    Spero che il se e quando Asti entrerà a far parte dei Comuni del Moscato sarà una decisione presa non soltanto seguendo le regole ma che sia frutto di un’attenta analisi sull’idoneità o meno del terreno e della zona a produrre moscato di qualità. INon meno importante é che i diritti d’impianto vengano acquisiti secondo le regole che noi abbiamo sempre seguito e cioè acquistati dopo un regolare estirpo

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