Francobollo Berlucchi e l’Asti ignorato. Ricagno (Consorzio): «Da Poste Italiane scarsa conoscenza e cultura»

inserito il 30 Ottobre 2010

Una vecchia réclame del Consorzio di Tutela (archivio Ctam)

Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asti, ha criticato duramente la decisione di Poste Italiane di dedicare un francobollo all’azienda di spumanti bresciana Berlucchi. «Salvo il valore enologico e imprenditoriale della maison bresciana – ha dichiarato a Sdp non si capisce perché Poste Italiane, volendo parlare di made in Italy del vino e dello spumante in particolare, abbia ignorato completamente l’Asti spumante che è la realtà leader in quel campo. A mio avviso è stata una dimostrazione di ignoranza storica e culturale per un settore, come quello degli spumanti, che è strategico non solo per l’area imprenditoriale vinicola, ma per l’intero sistema economico italiano».

Ricagno ha pure fornito gli ultimi numeri relativi alle vendite del comparto: «Quest’anno l’Asti toccherà 97 milioni di pezzi con performances significative soprattutto all’estero».

Che l’Asti docg non sia mai stato “profeta in patria” lo hanno sempre confermato i dati consortili che indicano come sia proprio il Piemonte la zona dove l’Asti incontri inspiegabili reticenze commerciali.

Nel resto d’Italia le cose vanno un po’ meglio, tuttavia le bollicine dolci italiane sono le più vendute all’estero; Usa e Est Europa su tutti.

E a chi avanza dubbi sulla strategia di comunicazione del Consorzio Ricagno replica: «Anche se lo scorso anno non ci sono stati gli spot tv sotto Natale, nel corso del 2010 abbiamo avviato numerose iniziative di altissimo livello in Italia e in tutto il mondo. Abbiamo partecipato ad eventi e saloni, mostre e fiere. Altri interventi sono stati fatti o sono in progetto sul mercato italiano. Cito gli spot che andranno in onda in periodo natalizio nell’ambito del programma-quiz di Canale 5, “Chi vuol essere milonario” condotto da Gerry Scotti insieme alla sponsorizzazione della corsa Millemiglia e al Ballo delle Debuttanti alla Veneria Reale».

Ma evidentemente per Poste Italiane l’Asti conta poco.

Sdp

2 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. felice 2 Novembre 2010 at 19:36 -

    Niente avviene per caso… e chi non risica non rosica, dice un detto… quindi , il Consorzio pianga se stesso per la mancanza di idee. Mi sembra semplicistico prendersela con le Poste; è come prendersela con un editore che non pubblica un libro (sia pur bellissimo) che abbiamo lasciato nel cassetto senza proporlo a nessuno. Bisogna girare, chiedere e proporre, girare,chiedere e porporre, girare…
    Chiaro, tutto lavoro a costo zero, giusto il gettone di presenza, altrimenti che si paga a fare il Consorzio?

  2. Botto pier luigi 2 Novembre 2010 at 11:55 -

    Probabilmente i produttori di spumante Franciacortini sono stati più bravi ad arrivare prima alla posta ,credo sia ancora aperta se qualcuno deve fare qualche operazione si faccia avanti e si metta in coda

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