Inchiesta enobotteghe. Sacchetto (Regione): «In futuro nuove regole e stop a contributi a pioggia»

inserito il 24 Settembre 2010

All’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, la nostra inchiesta su come funzionano Enoteche regionali, botteghe e cantine del vino comunali, è piaciuta.Lo ha dichiarato nel corso di un’intervista telefonica che ha concesso a Sdp. Eccone la trascrizione.

Assessore Sacchetto, ha letto la nostra inchiesta sulle strutture regionali e comunali che offrono degustazioni di vini del territorio?

«L’ho letta eccome. In video sul pc, prima, e poi me la sono pure stampata. Un buon lavoro. Inchieste di questo tipo aiutato a migliorarsi. Del resto per quanto enoteche regionali e botteghe comunali ci sono punti di eccellenza che lavorano bene, ma anche situazioni da rivedere. È necessaria una verifica».

In che modo?

«Prima di tutto mettendo mano ad un settore che, evidentemente, ha bisogno di regole nuove…»

Regole nuove? Gira voce che la Giunta Cota abbia intenzione di smantellare la rete di enoteche e enobotteghe. Cosa risponde?

«Che è falso. La rete di enoteche regionali e di botteghe e cantine del vino comunali è strategica per la nostra Regione. Figurarsi se abbiamo in mente di smantellarla. Semmai siamo fedeli alla direttiva di non dare per scontati gli impegni di spesa del passato. Perché le risorse scarseggiano e in questo momento c’è bisogno di più attenzione nelle spese».

Cambierete le regole di finanziamento per enoteche regionali e eno-botteghe comunali?

«Pochi giorni fa l’amministrazione regionale ha approvato i finanziamenti alle enostrutture regionali e comunali (per leggerli tutti cliccate qui ndr). In totale circa 600 mila euro, la metà di quanto la Regione Piemonte ha elargito lo scorso anno. Capisco che chi deve gestire queste strutture non abbia accolto con favore questa decisione, ma i tempi non consentono più le stesse spese sostenute in passato ed è bene che gli sforzi per fare fuoco con la “legna” disponibile vengano fatti da tutti. Poi mi domando perché certe manifestazioni per valorizzare il vino piemontese debbano essere fatte spendendo cifre consistenti. Sono convinto che la eno-promozione possa essere fatta in modo efficace anche senza spendere somme importanti. Quindi da oggi in poi, per quanto riguarda le strutture pubbliche, la Regione valuterà nuove regole, magari evitando i finanziamenti a pioggia che certo non premiano chi in questi anni ha lavorato bene e fatto funzionare a dovere le strutture».

Insomma sembra proprio profilarsi una riorganizzazione del comparto sulla base, almeno stando alle parole dell’assessore Sacchetto, di una sorta di eno-meritocrazia.

In questi giorni in molti – che ringraziamo – hanno commentato la nostra inchiesta. Sul blog e anche off-line, telefonandoci o mandando mail. Alcuni l’hanno criticata aspramente, altri l’hanno condivisa, altri ancora hanno sottolineato come potesse rappresentare uno spunto di riflessione per regolare i meccanismi di un settore che deve avere come stella polare la valorizzazione del vino piemontese.

Ecco, quest’ultimo ci sembra il ragionamento più saggio. E non a caso è venuto da viticoltori

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

2 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 26 Settembre 2010 at 09:13 -

    Grazie a te per i tuoi contributi (and don’t worry for the space, it’s free). Credo che sulle cose che hai detto ci si dovrebbe organizzare gli stati generali delle enoteche e botteghe del vino. C’è da augurarselo perché un sistema di enoteche regionali e cantine comunali nel suo complesso più snello ed efficiente con una media di eccellenze (e non picchi all’insù e all’ingiù) non può che fare bene alla filiera e all’economia enologica (e non solo).

  2. maurizio gily 25 Settembre 2010 at 23:48 -

    “Sono convinto che la eno-promozione possa essere fatta in modo efficace anche senza spendere somme importanti”. Su questo ha ragione l’Assessore in linea di principio, anche se più sono “importanti” e più hanno probabilità di avere ritorni altrettanto importanti, a patto che siano pensate e fatte da professionisti e non da ciarlatani. Ma il problema non si pone perché alla voce “promozione” le assegnazioni delle Enoteche per il 2010 sono esattamente 0, lo scrivo anche in lettere, zero. Decisamente poco importanti. La riduzione è sulle spese di gestione, che sono incomprimibili a meno di licenziare il personale. E siamo tutti all’osso: ad esempio noi teniamo aperto 6 giorni a settimana, compresi sabato e domenica, con una persona a tempo pieno e una a metà tempo, il mio onorario è a carico della Provincia di Alessandria. Siamo aperti in tutte le festività comprese Pasqua e Ferragosto. Che altro dovremmo tagliare? Avrei capito di più un ragionamento del tipo: per il 2010 troviamo le risorse visto che siamo a settembre, per il futuro mancano i soldi e 14 enoteche (più le botteghe) sono troppe (erano 9 fino a pochi anni fa…) , possiamo tenerne 8 o 10 e le altre devono diventare provinciali, comunali, a gestione privata o chiudere. Certo che un crierio di scelta non è facile da individuare, gli esclusi protesteranno, ma la politica serve appunto a questo, a fare scelte, cioè l’opposto dei contributi a pioggia di cui parla l’assessore (questa cosa del “basta con i contributi a pioggia” la ascoltiamo da quarant’anni, sempre invano: sarà la volta buona?). Le difficoltà dell’Assessore nel trovare le risorse sono autentiche, la finanza locale è allo stremo, di chi sia la colpa si potrebbe discutere ma non risolve il problema. Ho fiducia che con l’Assessore troveremo soluzioni diverse e meno impattanti sul sistema di quelle finora prospettate per il breve e il medio periodo: nell’interesse dei viticoltori piemontesi, non nel mio, che non ho poltrone da difendere perchè a fine anno lascio un incarico che non mi ha dato nè onori né ricchezze, e che ho accettato unicamente per spirito di servizio. Grazie Filippo, scusa se ho di nuovo fatto uso eccessivo del tuo spazio…

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