Moscato. Alla fine (per fortuna) i litiganti firmano l’accordo sul nuovo disciplinare. Stralciato il “caso” Asti

inserito il 30 Gennaio 2011
La sede di Isola d'Asti del Consorzio di tutela dove è stata firmata l'intesa sul nuovo disciplinare (ph. Vittorio Ubertone)

La sede tecnica del Consorzio di tutela, ad Isola d'Asti, dove è stata siglata l'intesa sul nuovo disciplinare (ph. Vittorio Ubertone)

Dopo tante liti, risse e discussioni infinite e dai toni anche accesi, l’accordo sul nuovo disciplinare del moscato è stato firmato dalle parti. Ne ha dato notizia oggi (30 gennaio 2011) la Regione Piemonte.

Palazzo Lascaris, con un comunicato dell’ufficio stampa dell’assessorato all’Agricoltura retto da Claudio Sacchetto, l’unica nota ufficiale uscita fino a questo momento, ha ritagliato un proprio ruolo di mediatore tra industrie e rappresentanti dei vignaioli. Con effetti che ritiene positivi.

Riferisce, infatti, la nota dell’assessorato regionale che «l’intensa opera di mediazione intrapresa dall’assessore Claudio Sacchetto nel corso della settimana, ha portato al risultato sperato. Nella giornata di ieri (sabato 29 gennaio), nella sede del Consorzio dell’Asti, si è tenuta la seduta decisiva della commissione paritetica Moscato: l’accordo sulle modifiche da apportare al disciplinare di produzione dell’Asti e da inoltrare a Roma per affrontare l’esame delle commissioni nazionali è stato raggiunto».

Lo staff di Sacchetto ricorda co e si è arrivati all’happy end: «Nel corso della settimana appena trascorsa un grande lavoro di mediazione è stato promosso dall’assessore con la finalità di porre le basi per un avvicinamento delle parti discordanti: in primo luogo una seduta d’incontro tenutasi a Torino mercoledì scorso, durata dalle 14,30 alle 22, in seguito una copiosa serie di confronti e contatti telefonici avviati dall’assessore stesso per giungere all’unanimità all’intesa. Sabato infine è stato ufficializzato l’accordo con la firma delle modifiche da parte dei diversi attori in gioco».

L’assessore non può che essere soddisfatto della soluzione e nella nota ci sono sue dichiarazioni: «Credo – dice Sacchetto – sia stato siglato un ottimo accordo per il mondo del Moscato, oltretutto – annota – incontrando l’unanimità da parte di tutte le componenti. Le modifiche del disciplinare consentono di portare avanti la procedura di approvazione, e questa non può che essere un’ottima notizia per il comparto».

Tre i principali scogli che sono stati superati con la firma di sabato c’è l’inserimento del Comune di Asti nella denominazione, la possibilità di aumentare le rese oltre le 12 tonnellate ad ettaro e, per ultimo, il passaggio da Moscato ad Asti (e viceversa) durante l’anno e le modalità.

Nello specifico l’intesa siglata prevede di stralciare l’ingresso del Comune di Asti nella denominazione, «rimandando l’inserimento ad un iter procedurale a parte nei confronti del quale la Regione si è impegnata ad attivarsi fin da subito».

Sulle rese «è stato mantenuto il tetto massimo di produzione a 12 tonnellate ad ettaro (10 t/ha di resa + il 20%) consentendo comunque alla commissione paritetica, qualora se ne verificassero le condizioni di mercato, di valutare un ulteriore aumento, fermo restando il limite già precedentemente indicato e la decisione ad esclusiva competenza della filiera».

Sui passaggi da una tipologia ad un’altra «si permette quello da Moscato ad Asti, mentre quello da Asti a Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica stessa».

Infine sono state precisate le modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte agricola.

«Dopo il buon accordo di vendemmia 2010 – ha commentato Sacchetto -, si sigla un’ ulteriore condivisione, che va nella direzione di porre rimedio ad una situazione di impasse che contraddistingueva da troppo tempo il disciplinare di produzione. Sono contento – ha aggiunto l’assessore regionale – di avere contribuito alla realizzazione di tale accordo avvicinando le parti, credo che le modifiche apportate al disciplinare portino a compimento un percorso che inserisce sempre più al centro delle scelte di comparto la commissione paritetica. Lo stralcio del Comune di Asti si è reso necessario con il fine di poter consentire alla Regione di svolgere le verifiche tecniche per valutare, secondo la normativa, le modalità per muoversi in questo senso».

Infine l’assessore ha auspicato l’unità della filiera: «Il desiderio più grande, per quel che mi riguarda – ha detto – è che lo spirito costruttivo respiratosi in questi giorni e che ha permesso di raggiungere un accordo fondamentale per il Moscato, stimoli tutti gli attori della filiera a smorzare le polemiche, attriti che negli ultimi mesi hanno avvelenato i rapporti e sicuramente generato pubblicità negativa al Moscato. Con il comparto unito e con l’addolcimento delle posizioni più distanti, si potrà garantire con maggior tranquillità un futuro sereno al mondo del Moscato».

Non si può non condividere. Sdp da mesi scrive le stesse cose.

Intanto domani (31 gennaio) a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, è in programma un’assemblea organizzata dal movimento Ctm, da Assomoscato (vignaioli) e dai Comuni del Moscato. Parleranno vitivinicoltori e aziende che hanno lasciato il Consorzio. Tra gli invitati anche l’assessore Sacchetto e il presidente consortile, Paolo Ricagno. La speranza è che, dopo mesi di contrapposizioni, sia pure nelle differenze, il mondo del moscato trovi una nuova unità.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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