Moscato. Nasce un nuovo ente, un Consorzio di scopo gestito dalla parte agricola. E pagato dai contadini

inserito il 2 Febbraio 2011

Grappoli di moscato maturi (ph. Vittorio Ubertone)

Cosa c’è sostanzialmente di nuovo nel nuovo accordo interprofessionale sull’Asti? Nulla, o quasi, dove il “quasi” sono i soldi che i viticoltori certamente pagheranno per gestire l’accordo. Di questo non si è parlato nella riunione convocata il 31 gennaio 2011 a Santo Stefano Belbo da Assomoscato, Ctm e Comuni del Moscato.

Davanti a più di 400 viticoltori sono state, invece, ribadite le motivazioni che hanno indotto aziende e associazioni di vignaioli a lasciare il Consorzio per la tutela dell’Asti. Le critiche alla presidenza Ricagno, alle politiche consortili giudicate troppo filo-industriali e più attente alla quantità che alla qualità, ci sono stati appelli a una maggiore presenza del mondo contadino nella stanza dei bottoni del Consorzi. Tutte cose note e di cui i mezzi di informazione, e Sdp in particolare, si sono interessati diffusamente.

Nessuno, però, ha parlato dei 7 euro a tonnellata di uve che, secondo il nuovo accordo firmato sabato scorso da aziende e rappresentanti dei vignaioli, anche quelli che contestano, passeranno dalle tasche dei contadini ad un consorzio di scopo incaricato di distribuire alle associazioni di parte agricola, un “tesoretto” da diverse centinaia di migliaia di euro.

Perché non se n’è parlato? Mistero. E allora ne parliamo noi.

Ecco cosa recita, al punto 6, l’intesa approvata sabato con il benestare della Regione Piemonte: «Le parti stabiliscono la creazione di un fondo per la gestione dell’accordo da corrispondere alla componente agricola stabilito in 7 euro a tonnellata che saranno fatturate alle aziende acquirenti da un Consorzio di scopo appositamente costituito. Il fondo sarà gestito da tutte le componenti di parte agricola tenuto conto del fatto che il Consorzio di scopo è costituito dalle parti dei produttori».

Tradotto: i vignaioli del moscato pagheranno una quota sull’uva per la «gestione dell’accordo» che sarà suddivisa, ancora non si sa con quali parametri, tra le associazioni dei vignaioli.

Ma di questo, che avrebbe interessato i viticoltori almeno quanto la vicenda di Asti 53° Comune del Moscato, a Santo Stefano Belbo non si è parlato.

Cosa accadeva negli anni passati? Fino al 2009 la quota per la gestione dell’accordo era di 500 mila euro. Veniva versata ad Assomoscato, l’associazione di vignaioli che da anni è la vera controparte delle aziende spumantiere, dal Consorzio di tutela, prelevata dal fondo per il piano di rilancio. Le quote del piano venivano fatturate direttamente alle aziende calcolate sui quintali di uva pigiata.

Nel 2010 l’accordo interprofessionale aveva stabilito che le industrie non fossero più “esattori” per conto dell’Associazione produttori e demandò ai viticoltori la possibilità di versare la quota direttamente alle associazioni che ritenevano loro rappresentanti.

Da quel momento il Consorzio di tutela si trovò, suo malgrado, al centro di una bufera con critiche e contrapposizioni anche aspre. I motivi, ribaditi anche nella riunione di Santo Stefano, furono indicati nella politica consortile giudicata non garantista degli interessi di parte agricola.

Altri osservatori avanzarono l’ipotesi che a dar fuoco alle polveri contribuì pure l’incertezza sui fondi da destinare alle associazioni rappresentative degli agricoltori.

Sta di fatto che le polemiche presero il sopravvento e alla fine, sulla scia di aziende e cantine sociali, anche Assomoscato uscì dall’ente consortile.

Sabato scorso (29 gennaio 2011) insieme all’intesa sul nuovo disciplinare è giunta la modifica all’accordo precedente che in sostanza prevede la continuità del sistema di “esazione” da parte delle industrie e delle altre aziende vinificatrici a favore di un nuovo ente (Consorzio di scopo) battezzato da tutte le componenti della parte agricola.

Naturalmente con quote prelevate ai vignaioli.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

23 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. giovanni bosco ctm 8 Febbraio 2011 at 18:06 -

    e per chi vuol saperne di più. Mario Fregoni, nato a milano, già ordinario di Viticoltura all’Università Cattolica di Piacenza e Presidente dell’Oiv (ossia l’Onu della vite e del vino), di cui è attualmente Presidente onorario, ha presieduto anche il Comitato Nazionale Vini Doc ed è stato estensore della legge 164/92. Ha pubblicato oltre 350 ricerche e 12 libri (di cui tre hanno ricevuto il Premio Internazionale dell’Oiv) E’ membro di 12 Accademie (di cui 6 estere). Insignito Commendatore in Spagna e Ufficiale in Francia e di tre lauree Honoris Causa (Ungheria, Romania, Cile). Ha selezionato due varietà da vino. la Malvasia rosa e l’ERVI.
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  2. giovanni bosco ctm 8 Febbraio 2011 at 17:49 -

    Nel mondo si producono e si vendono sotto vari nomi oltre un miliardo e mezzo di bottiglie di Moscato(130.00 ettari di vigneti di moscato- fonte GoWine-Mario Fregoni- Novembre 2002). Se le aziende vinicole, piccoli produttori, neo industriali, Cantine sociali ecc. ecc.avendo il moscato, così dicono, migliore del mondo, non fossero capaci di vendere 100 milioni di bottiglie(7%), sarebbe veramente la fine per tutti.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  3. filippo 8 Febbraio 2011 at 17:08 -

    Caro Adriano concordo in pieno… e che San Secondo ci assista…

  4. Adriano Salvi 8 Febbraio 2011 at 15:43 -

    Letto ( a fatica) tutte le questioni, interventi, prese di posizione, nascita di altre associazioni (non bastavano le troppe che già c’erano?) e via elencando, meritevolmente messe in cronaca da Filippo ….mi compiaccio solo di un fatto: Asti e Moscato d’Asti nonostante tutto riescono a “tenere” e financo incrementare il mercato….nonostante i litigi da cortile (o meglio da aia) che continuano ad imperversare e la crisi economica generale tutt’altro che passata…UN MIRACOLO e speriamo che duri.

  5. luca vola 4 Febbraio 2011 at 14:45 -

    ..e guarda caso parte del nostro meraviglioso prodotto svenduto a 2euro a bottiglia era proprio prodotto da alcune ditte ancora aderenti al Consorzio. e se posso ancora aggiungere una cosa visto che si parla di promozione..volevo ricordare ad Alessandro che il Consorzio ha sospeso le azioni pubblicitarie subito dopo Natale in concomitanza delle dimissioni di alcuni produttori. quando in una classe una consistente parte della classe è scontenta una buona insegnante si chiede se può aver sbagliato qualcosa…lo stesso faccia il presidente del Consorzio..signori..qua qualcuno aveva parlato di resa a 140 quintali e allargare la zona..forse qualcuno non ha in mente cosa voglia dire lavorare i surì..qualunque volontario è ben accetto, provare per credere!!!

  6. giovanni bosco ctm 4 Febbraio 2011 at 09:19 -

    e sì caro Alessandro come fa il Consorzio:far promozione al prodotto, sia a quello che viene venduto a meno di due euro che a quello che viene venduto a 5 euro. Ma non avete ancora capito che è proprio per questo motivo che ditte come Gancia , Martini & Rossi, Fontanafredda. Saracco, Chiarlo, I Vignaioli e tanti altri se ne sono andati: Non si può mettere sullo stesso piano e con lo stesso marchio del Consorzio prodotti di qualità e di sacrifici (i sorì) e la baiona qualunque.
    Altro che questioni personali qui si sta dibattendo il futuro di una zona che sta per passare Patrimonio dell’Umanità. Mettere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi e lasciare scoperta un’importante parte del corpo a disposizione di chiunque non è il modo migliore per affrontare il problema. Noi del CTM, che viviamo solo delle nostre risorse non ci stiamo…e continueremo anche da soli a battersi affinchè si faccia chiarezza. E lunedì sera forse non si è notato ma vi erano nel salone di Santo Stefano Belbo i duecento “cobas” che ho chiamato personalmente e che sono giunti da tutte le zone. Da Strevi come da Santa Vittoria, da Alice Bel Colle come da Bubbio, da Cassine come da Castagnole…..siamo nuovamente pronti.
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  7. Alessandro 3 Febbraio 2011 at 23:09 -

    Bravissimi!!!!
    Un bel “Consorzio di scopo” era proprio quello che ci voleva!
    Così ci saranno altre persone da “mantenere”…
    E con che soldi manteniamo queste persone? Con quelli dei contadini… Of course…
    Ma, e qui lancio una proposta, non si potrebbe fare una cosa del tipo “5 permille”? Nel momento della fatturazione il contadino decide a quale associazione destinare questi 7 euro a tonnellata!
    Facendo qualche conto ci si accorge che questi 7 centesimi a miriagrammo, o 7 euro a tonnellata che dir si voglia, ammontano grossomodo a 6-700.000 euro: una discreta sommetta, se vogliamo! Mi piacerebbe che questi soldi fossero utilizzati per la promozione del prodotto, e non già per mantenere consorzi di scopo o associazioni varie. Io, allo stato attuale, li destinerei al consorzio di tutela, che nonostante quanto si dica (e per quanto possa essere simpatico il presidente), è l’unico ente a fare promozione del prodotto e non degli associati.
    Voglio terminare qui il mio intervento… Se volessi continuare potrei scrivere fino a domani parlando delle problematiche del mondo del nonstro a-dorato vino… Ma non mi sembra il caso.

  8. Piercarlo Sacco 3 Febbraio 2011 at 18:31 -

    Buona sera,
    Di questo passo, fra qualche anno ci toccherà lavorare una giornata di vigna in più per pagare tutti questi stipendi!!!!! non sarebbe ora di smetterla di prendere per i fondelli “culo” questi contadini?!?!

    Saluti

  9. GIOVANNI SATRAGNO 3 Febbraio 2011 at 16:29 -

    Egregio Dott. Filippo Largana’,
    mi ero promesso di non tornare più sull’argomento, ma avendo letto le ultime missive mi corre l’obbligo di una breve replica.
    Probabilmente chi non conosce bene i fatti, o magari non vuole conoscerli, pur non sapendo cosa scrivere si lancia in insinuazioni incolpando di omettere argomenti, di non spiegare le cose a fondo, come chi ha qualcosa da nascondere, o magari di chi vuol alimentare inutili polemiche, oppure di esprimere giudizi sugli altrui caratteri…………. sarebbe bene analizzasse, o meglio facesse analizzare il proprio.
    Nel commento del 2 febbraio riferito alla conferenza stampa del 31 gennaio scorso si tenta di insinuare il fatto che non si e’ parlato dellla trattenuta dei 7 euro a tonnellata. Orbene, la conferenza stampa aveva come oggetto la questione delle sentenze riguardanti il comune di Asti nella prima parte per poi parlare delle dimissioni dal Consorzio di Tutela. Si è pure chiesto se qualcuno volesse fare domande e se cio’ fosse avvenuto, anche da parte sua, avrebbe avuto risposte esaustive anche riguardo la trattenuta sopra citata perche’ non c’è nulla da nascondere.
    Piuttosto le sue mi sembrano affermazioni tendenziose del tipo “nasce un nuovo ente, un consorzio di scopo gestito dalla parte agricola e pagato dai contadini”. Ma lo scopo l’ho gia’ chiarito nella precedente lettera aggiungendo anche che e’ molto facile parlare, ma alcune azioni tipo quelle legali a sacrosanta tutela degli agricoltori non si pagano solo con un cappone regalato a Natale.
    L’altra affermazione che appare offensiva è riferita al fatto che “né gli articoli, né le idee di chi le scrive non sono in vendita”. Quando mai ha avuto proposte di acquisto da parte mia? Non si stia ad esaltare, ma nella sciagurata ipotesi di un simile gesto, sicuramente non sarebbe stato tra i candidati.
    Infine riguardo alla consulenza di fine 2009, non doveva convincermi di aver speso il giusto già lo sapevo e sapevo anche di essermi rivolto ad un professionista di alto livello.

  10. filippo 3 Febbraio 2011 at 09:27 -

    concordo (sorpreso?)… ma la parte agricola ha fatto di tutto per frammentarsi da sola, o lasciarlo fare che poi è lo stesso… inutile ora cercare colpevoli. Urge ricompattare, ma con certi caratterini autoreferenziali (l’accusa è trasversale) sarà molto difficile…

  11. luca vola 3 Febbraio 2011 at 09:08 -

    filippo, se mi permetti voglio ancora dare una mia personale opinione (anche se so che ti troverò in disaccordo) per quanto riguarda i 7euro/tonnellata e te la do in quanto contadino, che se può avere 2lire in tasca in più non piange, e come studente che ha imparato che le parole hanno un significato. sono appena andato a rileggermi il contratto della vendemmia 2009 e si vede come la parte in cui vengono descritte le trattenute per il piano di rilancio sia strutturata in maniera diversa. ti ripeto è una mia opinione, ma pare che la formula scritta quest’anno sia fatta a DOC per frammentare ancora di più il fronte agricolo visto che quest’anno, come darti torto, sembra che i soldi siano “presi” a noi. le parole hanno un’importanza fondamentale e qualcuno ci ha giocato sopra. grazie

  12. filippo 3 Febbraio 2011 at 08:07 -

    @Luca: al di là dei tuoi errori (assolutamente comprensibili), mi corre l’obbligo di alcune precisazioni. Nessuno su questo blog ha chiesto i conti a nessuno. Al contrario io sono stato costretto, ma l’ho fatto serenamente perché non ho nulla da nascondere, a rivelare aspetti delicati e privati del mio lavoro, in barba alla privacy e alla riservatezza a cui sono tenuto visto che non sono un ente, né un’associazione, né un consorzio, né un movimento d’opinione, ma un professionista che vive della sua attività. Suq questo blog sono state solo ricordate le quote del piano di rilancio distribuite ad Assomoscato, dato rilevato più volte in questi anni e questi mesi anche da parte di altri mezzi di informazione, e che la stessa associazione – come il presidente Satragno ha poi spiegato senza che noi l’avessimo chiesto – ha impiegato per promuovere il prodotto. Punto. Se qualcuno ha visto in questo semplice esercizio di informazione un perfido disegno per screditare Assomoscato, sbaglia di grosso o è in malafede o vuole spostare l’attenzione buttandola in rissa. E qui proprio non ci siamo perché di risse e liti e slogan gridati i contadini, come del resto gli italiani, ne hanno abbastanza. Quanto alla Vignaioli Piemontesi a me risulta che abbia avuto quote del piano di rilancio, attraverso la sua sezione Moscato, per 100 mila euro l’anno e solo negli ultimi anni. Infine non è “qualcuno” che sostiene che i soldi per il fondo gestito dal Consorzio di scopo verranno dai contadini, ma è l’accordo firmato da tutti, parte agricola e parte industriale, e che recita: «le parti stabiliscono la creazione di un fondo per la gestione dell’accordo da corrispondere alla componente agricola stabilito in 7 euro/tonnellata che verrà trattenuto dalla parte industriale (aggiunto i matita) e sarà fatturato alle aziende acquirenti dal Consorzio di scopo. Il fondo sarà gestito da tutte le componenti di parte agricola tenuto conto del fatto che il Consorzio di scopo è costituito dalle parti dei produttori». Mi sembra piuttosto chiaro chi dovrà sborsare i 7 euro, a meno che non intercorrano altri patti tra le parti, basta andarsi a leggere l’accordo.

  13. luca vola 2 Febbraio 2011 at 22:30 -

    credo che al di la del mio “errore” la domanda, o meglio la provocazione fosse molto chiara. e se posso ancora aggiungere una cosa, nella conferenza del 31gennaio la Produttori i dati li ha forniti, scritti su un cartellone a fondo sala (è lo stesso specchietto presente sull’ultima uscita del periodico Moscato d’Asti) asserendo che il moscato non manca. cosa si chiede, sempre per correttezza, è che chi dice che il moscato manca porti le prove, o meglio i dati, per dimostrarlo. interessante allo stesso modo sarebbe capire in che modo vengono spesi i soldi e siccome due “enti” questa sera l’hanno fatto su questo blog, ci si augura che anche chi ho auspicato precedentemente li renda pubblici; non per polemizzare o altro, ma per correttezza verso quei contadini,a cui, come ho letto prima, qualcuno sostiene che siano stati presi questi soldi. grazie.

  14. filippo 2 Febbraio 2011 at 21:48 -

    @Luca: per correttezza ho approvato il tuo commento anche se hai sbagliato l’indirizzo. La richiesta, o pretesa come vuoi chiamarla, la devi fare al sito della Vignaioli Piemontesi (http://www.vignaioli.it) – attenzione: Ricagno non è presidente della Vp è responsabile del settore Moscato – e non a Sdp che un è un blog libero, non sostenuto da soldi pubblici e soprattutto non legato a nessuna associazione di categoria o consorzio, come invece vorrebbe far credere qualcuno. Quanto ad Aldo hai ragione, la sua curiosità, come la tua, è stata soddisfatta solo in parte…

  15. luca vola 2 Febbraio 2011 at 20:04 -

    ho letto con attenzione tutti gli interventi e volevo riagganciarmi ad Aldo.. lui chiede i dati e (almeno in parte) è stato soddisfato con gli interventi di Giovanni Bosco e Giovanni Satragno. io invece vorrei ancora avanzare una pretesa e chiedere anche al presidente della Vignaioli Piemonte, Paolo Ricagno, in che modo vengono investiti i soldi..”sempre perchè imparzialità trionfi”..

  16. giovanni bosco ctm 2 Febbraio 2011 at 18:02 -

    E visto che tutti mettono in evidenza i propri bilanci e le proprie spese anche noi del CTM vogliamo metter in piazza il nostro bilancio: nel 2010 abbiamo incassato 365 euro pari a 73 tessere da € 5 cadauna, questi soldi li abbiamo spesi per convocare i produttori e farli discutere e i risultati si sono visti. Non abbiamo altri introiti. Siamo piccoli e siamo poverini, ci consola però il fatto che Dante Alighieri la Divina Commedia l’ha scritta da solo.
    Buon Moscato d’Asti.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  17. filippo 2 Febbraio 2011 at 16:47 -

    Egr. presidente Satragno, con tutta la buona volontà non capisco la palese irritazione che traspare dal commento che ha inviato. Per fortuna le parole scritte non possono essere cancellate. Il sito che dirigo non ha mai mancato di dare conto delle battaglie fatte dalla sua associazione. Abbiamo pubblicato le notizie relative allo stralcio del caso Asti, basta leggerle, abbiamo parlato delle modifiche al disciplinare che avete approvato sabato scorso, basta leggerle. Non abbiamo quindi in nessun mondo “fuorviato” alcunché. Non abbiamo scritto a chi andranno i fondi dei 7 euro a tonnellata – non ci siamo dimenticati – non lo abbiamo scritto semplicemente perché non è ancora stato deciso. Ma in un commento – basta leggere – tra i probabili beneficiari, insieme alla sua associazione abbiamo indicato anche la Vignaioli Piemontesi la cui sezione moscato è affidata a Paolo Ricagno. Abbiamo ricostruito come questi fondi erano stati suddivisi in passato. E la sua associazione è stata quella che ne ha beneficiato, lecitamente s’intende, per più tempo. Non abbiamo mai messo in dubbio le attività, certamente preziose e efficaci, in favore del Moscato d’Asti fatte dalla sua associazione con i soldi avuti dal piano di rilancio. Ma la ringraziamo per l’elenco che ha voluto fornirci e che, come ha visto, pubblichiamo in perfetta imparzialità. Come in perfetta imparzialità, il 29 dicembre scorso, abbiamo pubblicato, unico sito internet ad averlo fatto, insieme al video con il discorso del presidente del Consorzio, Paolo Ricagno, anche il suo video in cui avanzava critiche non proprio amichevoli all’operato della presidenza consortile. Per noi questa è imparzialità che è cosa diversa da dare ragione, sempre e comunque. Infine qualche precisazione: lo staff di Sdp ringrazia per la pubblicità sul sito che – come quella degli altri inserzionisti – aiuta a pagare le spese vive dell’attività, non gli articoli né le idee di chi li scrive, che non sono in vendita. Quanto alla consulenza che mi è stata richiesta a fine dicembre 2009 ad onor del vero si è articolata in due giorni, e non in tre ore, e l’onorario, riferito all’opera di un giornalista professionista (tessera 066066) è in perfetta linea con il tariffario dell’Ordine dei Giornalisti. Sempre perché imparzialità trionfi.

  18. Michele Fino 2 Febbraio 2011 at 16:05 -

    7 millesimi di euro al chilo è un’aliquota da ICI. L’analogia mi sembra interessante.
    Detto questo, da anni le associazioni di produttori di mele del Trentinoe del Sued Tirol usano questo prelievo alla fonte per alimentare, tra le altre cose, le loro campagne belle ed efficaci.
    Fosse mai che, complcie l’OCM vino e suoi tagli da 500 mila euro (minimi) per la promozione (a patto che ci sia il cofinanziamento) i moscatisti non riescano ad armare una fenomenale pistola per promuovere il proprio prodotto.
    Una chiosa, a mo’ di chiusa, se Ubertone carica ancora un po’ i rossi nelle foto del moscato somiglierà al grignolino… Quasi tralci sembrano fluorescenti!
    Ciao Filippo e grazie del puntuale resoconto.

  19. GIOVANNI SATRAGNO 2 Febbraio 2011 at 15:48 -

    Egregio Dott. Filippo Largana’,
    ho letto le notizie pubblicate sul suo sito riferite alla conferenza stampa del 31 gennaio 2011.
    Ho notato che forse Lei, spero non volutamente, ha fuorviato i temi dell’ultima commissione paritetica.
    Tra gli argomenti concordati c’è in primis lo stralcio del Comune di Asti dalla modifica del disciplinare (grande successo).
    Successivamente si è inserita la clausola determinante che ogni eventuale supero oltre le 12 tonnellate ad ettaro di prodotto sarà autorizzato con determina regionale previo accordo di commissione paritetica.
    Stessa procedura è prevista per l’eventuale conversione della tipologia Asti in Moscato d’Asti. Infine si è perfezionato l’articolo riguardante la trattenuta di 7 Euro/Ton.
    Non si puo’ dire se questo denaro e’ trattenuto ai contadini oppure se è versato in piu’ dall’industria per costitutire il fondo chiamato “per la gestione dell’accordo”.
    Parte di questi fondi, sia prima che ora, servono per la promozione del Moscato d’Asti. Al riguardo Le invio un elenco di azioni svolte nel 2010 rese possibili con questi soldi:
     Aprile 2010 – partecipazione al Vinitaly di Verona con stand istituzionale
     Aprile 2010 – partecipazione a Vinum ad Alba
     Aprile 2010 – Spot promozionali ed informativi su Telecupole
     Maggio 2010 – Vinoble vini dolci Andalusia Spagna Jerez De La Frontera
     Maggio 2010 – Cibus Parma con stand istituzionale rinnovato e per permettere a 6 az. Agricole di avere il loro desk espositivo
     Giugno 2010 — Moscato Wine festival a Torino con lo stand istituzionale
     Luglio 2010 — Notte Gialla a Santo Stefano Belbo
     Settembre 2010 — Educational tour con giornalisti tedeschi
     Settembre 2010 — Educational tour con giornalisti cecoslovacchi
     Ottobre biennale — Wine show a Torino con stand istituzionale
     Ottobre 2010 Spot promozionali ed informativi per tre mesi su Telecupole (ottobre, novembre, dicembre).
     Ottobre 2010 — Fiera del tartufo ad Alba per 6 week end con stand istituzionale
     Ottobre/Novembre — educational tour studenti ICIF presso le nostre cantine
     Novembre 2010 — Work-shop e seminario a Monaco e Praga con 19 aziende agricole il 18 e il 20 ottobre
     Novembre 2010 – Realizzazione ricettario con collaborazione ICIF
     Novembre 2010 – Incontri degustazioni con ONAV in diverse sedi Italiane
     Campagna informativa e promozionale su riviste
     Collaborazioni varie nell’arco dell’anno con: Sapori del Piemonte, Gowine, Associazione Alpini Raduno Nazionale, Pro loco dei paesi del Moscato, Associazione non vedenti.
    Questi fondi sono anche serviti per la pubblicita’ sul suo sito – 100 Euro al mese; poca roba, ma abbiamo pagato quanto ci ha richiesto. Con questi fondi abbiamo anche pagato la fattura di 1.000 Euro a Lei per una consulenza di tre ore inerente la correzione di una bozza del nostro giornale.
    Forse non lo sa o forse si è dimenticato di scriverlo, ma in modo proporzionale alla rappresentatività, una parte di questi fondi vanno alla sezione Moscato delle cantine presiedute dal Sig. Paolo Ricagno.
    Tanto le dovevamo affinché imparzialità trionfi.
    Giovanni Satragno

  20. filippo 2 Febbraio 2011 at 15:41 -

    @Giovanni: beh, che i contadini paghino Valoritalia per avere i bollini, perdonami Giovanni, ma mi sembra un po’ riduttivo. Per quanto ne so, e per quanto ha dichiarato a Sdp l’ad dell’ente, Ezio Pelissetti (non ho motivo di pensare che abbia detto cose non vere) Valoritalia non dà i bollini, ma esegue i controlli sui vigneti. Che chissà come mai sembra non siano mai stati fatti i maniera così capillare. Come mai? Nessun ente era in grado di farli? Vero quello che dici sui sindacati rurali che sono azionisti di Valoritalia e direi che fa il paio con certe aziende che, mi risulta, abbiano dato le dimissioni dal Consorzio come attività vinicole, ma sono rimaste iscritte come produttori di uva (ma si può?). Quanto ai 7 euro a tonnellata previsti dal nuovo accordo concedimi di essere pessimista: Sdp ha pubblicato l’accordo di sabato scorso – che aggiorna quello del 6 settembre – il giorno dopo, altri media nei giorni a seguire. Ma io dubito che la maggior parte degli agricoltori lo abbia letto. Sarà il Ctm a divulgarne il testo? Lo farà Assomoscato o il Consorzio di tutela o la Regione Piemonte? O lo faranno i sindacati agricoli? Di certo Sdp ha fatto il suo mestiere, cioè ha dato notizie e fatto corretta informazione, e lo ha fatto gratis, senza chiedere tessere e nemmeno un euro a chi legge. E parlando di corretta informazione sabato scorso è stato costituito il Consorzio di scopo che gestirà il fondo dove andranno a finire i 7 euro a favore delle parti agricole, ma non si è parlato di come la “torta” (pare centinaia di migliaia di euro) sarà divisa né tra chi (Assomoscato, Vignaioli Piemontesi, ma anche Moscatellum, Confagrimoscato e altre sigle?). Appena sapremo ne daremo notizia, con quote e dati relativi.

  21. giovanni bosco ctm 2 Febbraio 2011 at 15:07 -

    In attesa del dibattito…sono molte le cose che si sono tralasciate nella conferenza stampa del 31.01.2011. Tra le altre non si è parlato di Valoritalia. I contadini del moscato per ottenere i “bollini” devono pagare una tassa a Valoritalia. Le organizzazioni sindacali stanno facendo ricorso con una modica cifra di 50 euro a testa. Pochi sanno però che Valoritalia proviene da due organizzazioni : Federcoc e CSQA. La Federdoc è la Federazione dei Consorzi volontari (tra gli altri il Consorzio dell’Asti Spumante), mentre nella CSQA troviamo tra gli altri la Coldiretti, la Confagricoltura e la Cia. Con la mano destra incassano la quota che i Contadini pagano per avere i bollini con la sinistra incassato per fare ricorso contro sè stessi…(x Aldo: basta andare a vedere su google alla voce Valoritalia)… almeno i 7 euro a tonnellata sono stati pubblicati sull’accordo interprofessionale che tutti i contadini hanno potuto vedere all’ art. 6 del 6.9.2010 (Le parti stabiliscono la creazione di un fondo per la gestione dell’accordo da corrispondere alla componente agricola stabilito in € 7/tonnellata per il 2010, e, da definire in seno alla parte agricola per il per il 2011 e 2012. Con successivo provvedimento, da concertare tra le parti agricole, saranno determinate le modalità di gestione di tale fondo).Per una corretta informazione Sabato scorso hanno determinato le modalità di gestione.
    Buon Moscato d’Asti.
    giovanni bosco
    presidente CTM

  22. filippo 2 Febbraio 2011 at 12:50 -

    @Aldo: grazie a te, noi facciamo, e continueremo a fare, del nostro meglio…

  23. Aldo 2 Febbraio 2011 at 12:34 -

    Grazie per l’informazione, sempre precisa e puntuale.
    La conferenza stampa di lunedì mi è parsa una gran farsa, senza novità di rilievo.
    Son sempre stato piuttosto scettico quando, su queste pagine, leggevo di personalismi e via dicendo.
    Ora mi sto invece ricredendo.
    Vedremo cosa accadrà nel dibattito che ha annunciato Giovanni Bosco e, a tal proposito, mi permetto di suggerire, qualora fosse possibile, di mettere a disposizione del pubblico partecipante i dati, verificabili, su cui si svolgerà il dibattito.
    Altrimenti continueremo solo a macinare aria fritta.

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