Natale 2012: Gancia fa réclame con il filmato storico. Un russo rilancia le radici piemontesi dello spumante

inserito il 4 Dicembre 2012

Ci voleva Roustam Tariko, oligarca russo da un annetto proprietario del 70% della maison Gancia per far riemergere dall’archivio il filmato storico (Anni ’30) della maison canellese. E usarlo abilmente per la campagna natalizia 2012 con lo slogan forte “Il primo spumante italiano”. Non è la prima volta che si ricordano le radici piemontesi del primo spumante italiano. Ma in maniera così forte non era mai stato fatto, soprattutto facendo leva su immagini d’epoca che testimoniano meglio di qualsiasi testimonial.

Insomma il patron russo della Gancia fa business facendo leva sulla tradizione enologica piemontese. C’è da riflettere. Come fece riflettere, a suo tempo, da risposta che Tariko diede alla nostra domanda diretta di spiegare il perché un tychoon russo avesse deciso proprio di acquistare la Gancia. «Ma vi siete guardati attorno? Qui c’è la storia dell’enologia piemontese e italiana. Il primo spumante d’Italia è nato qui. Questa cosa non la può copiare nessuno». Più chiaro di così.

E lo spot del Natale 2012 è la conferma: se gli italiani non sfruttano appieno l’appeal e le potenzialità delle loro industrie lo faranno patron stranieri. Anche questo sembra abbastanza chiaro.

Intanto ecco il carosello Gancia 2012 con immagini tratte dal filmato girato negli Anni Trenta dall’Istituto Luce:

E infine qualche particolare tecnico riguardo il filmato utilizzato nello spot Gancia. Sono frame di una pellicola girata dall’Istituto Luce negli Anni Trenta, tra le vigne di San Maurizio di Santo Stefano Belbo, nel Cuneese, a pochi chilometri dagli stabilimenti Gancia di Canelli. La versione integrale fu presentata in un convegno sullo spumante italiano proprio alla Gancia.

Per la prima volta vi si vedono le operazioni di vendemmia, di raccolta, pigiatura e vinificazione dell’uva moscato che diventa Asti Spumante. Un vero film che, per molti versi, ricorda pellicole come “Metropolis” di Fritz Lang o “Tempi Moderni” di Charlie Chaplin. Testimonia cosa significò la rivoluzione enologica per la gente di allora e per un territorio che oggi sembra fare fatica a conservare memoria delle proprie radici. In questo senso anche uno spot pubblicitario può aiutare.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

5 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. contadina verace 14 Dicembre 2012 at 08:09 -

    Riassumiamo: Tariko, dalla lontana Russia, si da un’occhiata in giro per cogliere qualche golosa opportunità economica . Sceglie Canelli e il suo patrimonio enologico-economico-storico-sociale decisamente importante. Promuove il s prodotto e lo fa bene: nessuna scelta fatta a casaccio, rispolvera un vecchio filmato che evidenzia il legame storico-territoriale del moscato, aggiunge un tocco di colore scenografico suggestivo quasi quanto quello dell’indimenticabile film “schindler list”, riprende e utilizza l’immagine sensoriale delle bollicine che fluttuano. Che dire se non …FANTASTICO! Nel giro di pochi mesi Tariko ha colto e valorizzato qualcosa che noi abbiamo sempre avuto a portata di mano ma mai apprezzato ma questo è un elemento già noto. Ciò che trovo significativo è che, oltre a nn recitare il mea culpa, gli si rimprovera di nn aver dato più spazio al settore Asti…siamo dei fenomeni! Tariko è un business man, l’occasione nn l’ha certo colta per filantropia. Se proprio vogliamo fare i perfezionisti direi che l’unica pecca è continuare ad associare esclusivamente Asti e moscato al Natale o al dolce…nessuno lo ha mai provato come un piacevole break in una giornata stressante o durante una chiacchierata in compagnia con gli amici? Ciò che mi viene spontaneo chiedermi è: ma noi dove siamo? I ns industriali (I N D U S T R I A L I !) dove sono? Il Consorzio, la Produttori dove sono? Come mai a 10 gg dal Natale nessuno ha tirato fuori quel costosissimo promo faticosamente partorito dall’unica fatica di marketing affrontata dal sistema moscato? Mi è sempre più chiara la definizione di “bugia nen” che ci è stata affibbiata: aspettiamo che altri facciano la spesa, che preparino una buona pietanza e…che se la mangino! Non siamo sciocchi ma proprio stupidi, tutti dal contadino al manager! Scusate lo sfogo devo ancora metabolizzare che i mulini a vento sono più forti di me

  2. Fabio Gallina 4 Dicembre 2012 at 16:10 -

    Lo spot è molto, molto carino. Essendo che lo paga Gancia è più che giusto che faccia pubblicità al marchio, anche se il nome “ASTI” si vede decisamente bene. Forse sono altri che dovrebbero pubblicizzare il prodotto…

  3. Gianluigi 4 Dicembre 2012 at 14:32 -

    Ma sì, in effetti lo spot mi piace molto. Non credo però che padron Tariko lo abbia fatto disinteressatamente: il trend ( o andazzo che dir si voglia) nella pubblicità dell’agroalimentare di qualità è ormai quello: territorio, tradizioni, c’era una volta, mulini bianchi etc. etc. Onore al merito a chi ha fatto il lavoro ( Testa?) evitando facili retoriche, e utilizzando le immagini del passato in modo brillantemente moderno.

  4. filippo 4 Dicembre 2012 at 12:59 -

    Grazie per il commento, prima di tutto… e hai ragione GB, ma dal patron russo il riconoscimento al territorio c’è stato e non era per nulla scontato… almeno nella parte che interessa alle Indu… pardon, Case spumantiere…

  5. Gianluigi Bera 4 Dicembre 2012 at 12:39 -

    La versione 45″ è ancora più bella. Mi spiace però che come al solito nel suo spot natalizio la Gancia evidenzi esclusivamente il marchio e non parli neanche di sfuggita dell’Asti. Peccato, perché quello che si vede sono vigne di Moscato, bigonce di Moscato, luoghi di Moscato, gente di Moscato.

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