Enopromozioni a New York. Pavese e Moscato d’Asti nella Grande Mela per parlare di cultura, Langhe e vino

inserito il 25 Febbraio 2011

Riceviamo (e pubblichiamo) dalla Fondazione Cesare Pavese un dettagliato resoconto della missione a New York effettuata nei giorni scorsi e che ha coinvolto rappresentanti del mondo del Moscato. «La Fondazione Cesare Pavese è stata invitata all’Art Estate di New York City. L’importante Asta, organizzata dall’International Migration Art Festival e dal The Corcoran Group, ha presentato le opere di due giovani artisti italiani, residenti nella grande mela: Michela Martello e Giorgio Casu.

La Fondazione Cesare Pavese, l’Enoteca regionale “Colline del Moscato” e l’Associazione Produttori Moscato sono stati “special guests” della serata con la penna originale dello scrittore, gli occhiali e, ovviamente, il Moscato d’Asti.

“L’evento – ha spiegato Giuseppe Artuffo, presidente della Fondazione Cesare Pavese e Sindaco di Santo Stefano Belbo – ha dimostrato come i prodotti italiani più esportabili siano la cultura e l’enogastronomia. Santo Stefano Belbo e le Langhe possono vantare Cesare Pavese e il Moscato d’Asti, due eccellenze di assoluto valore e importanza, conosciute in tutto il mondo”.

“Lo scopo dell’iniziativa – ha spiegato Luigi Genesio Icardi, consigliere provinciale e membro del consiglio dell’Enoteca regionale di Mango – è stato quello di associare gli elementi culturali/intellettuali, quindi Pavese, a quelli materiali (commerciali) più rappresentativi delle Langhe, patria del Moscato, al fine di promuovere un territorio in cui arte e cibo formano un binomio perfetto”.

Binomio che il pubblico americano ha dimostrato di apprezzare soprattutto per la presenza alla serata della penna e degli occhiali originali di Cesare Pavese, messi a disposizione dal museo della Fondazione. “In questo modo – ha spiegato Giuseppe Artuffo, presidente della Fondazione Cesare Pavese e Sindaco di Santo Stefano Belbo – si è voluto omaggiare l’America, tanto amata dall’autore della Luna e i falò, con i due oggetti, strappati all’alluvione del 1994, che meglio rappresentano il lavoro di uno scrittore, fatto di letture e di inchiostro”.

L’evento, che andrà in onda nei prossimi giorni sulle reti Rai, “ha dimostrato – sottolinea Icardi – come i prodotti italiani più esportabili siano la cultura e l’enogastronomia. Santo Stefano Belbo e le Langhe, vantando Cesare Pavese e il Moscato d’Asti, due eccellenze di assoluto valore e importanza, conosciute in tutto il mondo, possono giocare un ruolo di primissimo piano a livello mondiale per quel che riguarda il marketing legato al turismo, soprattutto considerando la candidatura Unesco”.

Il binomio ha soddisfatto anche Giovanni Satragno, il presidente della Produttori Associati Moscato d’Asti: “La filosofia seguita e’ quella di far conoscere sempre piu’ il Moscato d’Asti che dagli opinionisti del settore e’ ritenuto unico nella sua tipologia”.

Per maggiori informazioni, per le foto dell’evento e le dichiarazioni degli altri partecipanti: http://milano.imafestival.com. Crediti fotografici: Giulia Piccari.

6 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 6 Marzo 2011 at 15:00 -

    @Flavio: se ti riferisci all’impianto di depurazione che sta tra Santo Stefano e Canelli, beh, anche se costruito dopo altri, dovrebbe aver risolto i problemi dei reflui dei paesi a monte della capitale dello spumante… o no!? Per il resto credo e spero che la passerella newyorchese, oltre a far pubblicità, sia servita a promuovere Pavese e il Moscato d’Asti, due must che devono essere, come sono, patrimonio di tutti.

  2. flavio 5 Marzo 2011 at 19:54 -

    oltre ai loro scarichi in belbo dobbiamo sopportare di tutto..

  3. filippo 1 Marzo 2011 at 22:27 -

    oeno-amazing… come hai ragione, Beppe… e vogliamo parlare della zona di raccolta del tartufo bianco cosiddetto d’Alba? Forse in Piemonte c’è un po’ di confusione… o no?

  4. Beppe 1 Marzo 2011 at 20:37 -

    Continuiamo pure a magnificare la langa visto che il Moscato “D’ASTI” e’ nato in provincia di Cuneo. Gia’, infatti il territorio astigiano e’ situato da sempre in provincia di cuneo. Gli astigiani e Canellesi compresi e’ meglio che si nascondano dietro un pietoso velo. A proposito, e’ in programma da parte di una non meglio identificata associazione Astigiana una promozione del Barolo e del Barbaresco………………tipici prodotti del monferrato.

  5. filippo 26 Febbraio 2011 at 14:16 -

    per l’esattezza sono passati 26 anni…

  6. giovanni bosco ctm 26 Febbraio 2011 at 10:48 -

    Caro Filippo sembra un secolo da quel 1985 quando Tu iniziavi i primi passi da giornalista con l’Ancora di Acqui Terme e il sindaco di Santo Stefano Belbo Giovanni Franco Ceretto toglieva dalla casa di Cesare Pavese i ricordi dello scrittore dichiarando a Sergio Miravalle de La Stampa (Sabato 28 Dicembre 1985) ” a Santo Stefano Belbo si sono abbinati bottega del vino e museo letterario. E’ un infelice “matrimonio” che intendiamo sciogliere anche perchè il vino non ha nessuna attinenenza con l’opera di Pavese, volta a ben altre problematiche.” Avevamo , noi de Gli Amici del Moscato, messo le bottiglie di Moscato d’Asti di quei pochi piccoli produttori nella cantina di casa pavese con tanto di autorizzazione della Regione Piemonte (una delle prime Enoteche Regionali piemontesi).
    Ora si va in America con Pavese e il Moscato d’Asti e noi vecchi Amici del Moscato ci portiamo dietro le invettive del sindaco di allora ” Del resto che senso avrebbe continuare a pagare da parte del Comune l’affitto della casa (di Cesare Pavese) , oltre al sostanzioso contributo ad un circolo privato che, per quanto riguarda Pavese. può avere la stessa competenza di un’associazione di fumatori di pipa?” Solo i paracarri non cambiano idea, mi è stato detto.
    Sono orgoglioso di essere un “paracarro”.
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

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