Sentenza del Tar del Lazio dà ragione ai Comuni del Moscato: «La città di Asti è fuori dalla zona di produzione dell’Asti»

inserito il 20 Marzo 2009

 

20

I Comuni del Moscato tornano ad essere 52.

Il Tar del Lazio ha, infatti, accolto uno dei tre ricorsi contro il decreto ministeriale firmato il 5 maggio del 2008 dall’allora Ministero delle Politiche Agricole Paolo De Castro che prevedeva l’inserimento del territorio comunale di Asti nella zona di produzione delle uve moscato per Asti e Moscato docg.

I giudici del tribunale regionale amministrativo, Antonio Vinciguerra, Maria Cristina Quiligotti e Daniele Dongiovanni, nelle 15 pagine di sentenza hanno dato ragione al Comune di Coazzolo che aveva presentato ricorso contro il decreto di De Castro ritenuto non rispettoso della legge che regola le variazioni nel disciplinare del moscato docg.

Analogo ricorso era stato presentato da Assomoscato, l’associazione che raggruppa circa tremila viticoltori, e il sodalizio dei sindaci dei Comuni del Moscato. Comune di Asti, con Regione e Ministero, sostenevano che non era possibile che proprio la città di Asti, che dà il nome all’Asti spumante, fosse esclusa dalla zona di produzione. Produttori e Comuni sostenevano l’infondatezza della tesi e l’assoluta irregolarità del decreto.

Il Tar del Lazio ha accolto questa tesi condannando Ministero, Regione Piemonte e Comune di Asti al pagamento delle spese processuali (tremila euro) e dando mandato alle autorità di applicare la sentenza, cioè di invalidare il decreto che inseriva Asti come 53° Comune della zona di produzione delle uve moscato docg.

Sdp ne aveva parlato poche settimane fa ricostruendo l’iter della querelle partita un anno fa.

Ieri Ivo Biancotto, sindaco di Coazzolo, ha commentato favorevolmente la sentenza del Tar: «Premia la nostra linea che sostiene di assoluto rispetto delle procedure di legge per ogni variazione del disciplinare del moscato docg. Non era giusto che un decreto irregolare di fatto avvantaggiasse i produttori di Asti rispetto a quelli di altri Comuni del Moscato che si trovano quotidianamente a combattere con rigide regole. Ora – ha aggiunto Biancotto – non escludo che ci si possa sedere attorno ad un tavolo e discutere di come, in via simbolica, alcune parti del territorio di asti possano essere inserite nella zona di produzione».

Soddisfazione è stata espressa anche da Giovanni Satragno, presidente di Assomoscato: «Quella del maggio scorso era un decreto ministeriale ad personam. Ingiusto e irrispettoso delle nome che regolano i disciplinare del moscato docg. Per questo i giudici del Tar ci hanno dato ragione. Ora Asti, se vuole, può chiedere ancora di essere ammessa nell’area del Moscato, ma questa volta rispettando l’iter della legge. Vedremo se ci saranno le condizioni».

Ministero, Regione e Comune di Asti, se vorranno, potranno chiede di ridiscutere la questione al Consiglio di Stato.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. ivo biancotto 21 Marzo 2009 at 09:09 -

    grande successo!!!

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.