Sorpresa: l’agricoltura piemontese scommette sui… pesci. Parte la campagna “pesce buono d’acqua dolce”

inserito il 27 Ottobre 2010

Dai campi ai fiumi e ai laghi, dai vini al pesce d’acqua dolce. Il Piemonte scommette sull’acquacoltura come nuova risorsa agricola. L’idea è di Confagricoltura Torino che lancia l’iniziativa “pesce buono”.La presentazione al ristorante Gener Neuv di Asti, storico locale della città da 28 anni insignito della stella Michelin e uno dei templi della gastronomia piemontese.

Qui i patron Piero e Pina Fassi, aiutati da figli, nipoti e collaboratori, hanno interpretato magnifica,ente il pesce d’acqua dolce, dall’anguilla alla tinca gobba del Pianalto astigiano, dai filetti di storione alla tartare di trota iridea, inframmezzando il tutto da alcune colonne della cucina di terra piemontese: i ravioli (“le raviole” per i puristi della gastrolinguistica locale) al burro e salvia, il crostino col patè di fegato incastonato di lamelle di tartufo bianco, la vellutata di zucca.

Una degna corona all’idea di Confagricoltura Torino di sviluppare il business “agricolo” dei pesci d’acqua, come ha spiegato nella videointervista a Sdp il presidente Vittorio Viora affiancato dal direttore, Ercole Zuccaro e dalla responsabile della Comunicazione Istituzionale, Anna Gagliardi.

Ora la domanda sorge spontanea: riusciranno i piemontesi a sfruttare un’altra risorsa che il territorio offre loro?

I presupposti ci sono tutti, ma l’importante, come abbia sottolineato più volte, è che ci credano gli imprenditori che devono investire in queste iniziative, magari anche attraverso strumenti che enti pubblici e banche possono mettere a disposizione.

La campagna di Confagricoltura prosegue a Viverone (Biella) il 31 ottobre con una giornata dedicata al pesce di lago con pranzi nei locali della zona.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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