Convegno. La carne fa bene (sorry vegans) non solo al corpo, ma anche all’economia. Nell’Astigiano lo dicono medici, politici e operatori

inserito il 10 Ottobre 2016

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Niente contradditorio, non era quella la sede. Piuttosto un rapido focus su un settore, quello dell’allevamento, che sta passando guai, con il prezzo della carne sempre più basso e consumatori bloccati un po’ dai prezzi («ma la carne è uno degli alimenti che costa di meno e ha meno scarti» è stato detto) un po’ da campagne salutiste, «che informano solo a metà» è stato sostenuto.
Se ne è parlato domenica, 9 ottobre, a Isola d’Asti nell’azienda Isola della Carne di Marco Capra, un giovane che, nel cuore del territorio del moscato e della barbera, fa allevamento di razza piemontese e vende anche a chilometro zero.
L’evento era organizzato dalla Cia di Asti (presidente Alessandro Durando). Sul palco il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino che è astigiano, vignaiolo e anche operatore del settore dell’allevamento; il medico nutrizionista Giorgio Calabrese, docente alle Università di Alessandria, Torino e di Messina, membro della NEW YORK ACCADEMY of SCIENCES e della AMERICAN ASSOCIATION FOR THE ADVANCEMENT OF SCIENCE DI WASHINGTON e, tra le altre cose consulente del Ministero della Salute; Marta Parodi, assessore all’Istruzione del Comune di Asti e Giancarlo Sattanino, enogastronomo e farmacista.
I messaggi sono stati chiari. Economia: «Nelle stalle ci sono sempre più bovini non italiani. Bisogna invertire questa tendenza. Come? Con politiche di sostegno a favore delle aree che potrebbero sviluppare il comparto e, magari, impiegando i nuova manodopera» l’essenza dell’intervento di Scanavino. Calabrese, intervistato da SdP, ha evidenziato come il consumo di carne in Italia sia molto al di sotto delle soglie considerato a rischio: «70 grammi al giorno di media. Per essere, non dico dannoso, ma per non far male dovrebbe essere 200 grammi» ha detto e ribadito la necessità di un’alimentazione equilibrata dove ci sia anche la carne: «Quella piemontese è di qualità eccellente e con caratteristiche nutrizionali e organolettiche di prima scelta». Marta Parodi ha confermato come la carne sia compresa anche nei menù scolastici: «Solo di qualità e con lo stretto controllo dell’Asl» ha assicurato. Infine Sattanino ha parlato dei motodi di cottura che spesso vanificano le qualità organolettiche della carne: «Attenzione alla griglia che con le alte temperatura rischia la carbonizzazione della carne e lo sviluppo di sostanze tossiche. Meglio la piastra o la pietra».
Per tutti al convegno di Isola la parola d’ordine è stata giudizio. Come per altri alimenti e stili di vita la carne non va consumata in via esclusiva, ma inserita in una dieta varia ed equilibrata.

L’intervista a Giorgio Calabrese

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