Speciale Vinitaly 2018. Riccardo Capetta (Capetta-Duchessa Lia): «Le nostre etichette sempre col territorio. Il mondo del vino piemontese “corricchia”. Non è molto, ma almeno non è fermo»

inserito il 18 Aprile 2018

Verona 15-18 aprile 2018 - 52¡ Vinitaly - fotografia di Vittorio Ubertone

L’ultima domanda a Riccardo Capetta, contitolare dell’omonimo gruppo vitivinicolo di famiglia insieme alle sorelle Carla, Gabriella e Maria Teresa e che controlla anche il brand Duchessa Lia, è di quelle che costringono alla sincerità: come va il mondo del vino piemontese. Riccardo Capetta ha appena un esitazione e poi si dichiara: «Corricchia, soprattutto rispetto ad altre realtà (allude al Veneto), ma almeno non è fermo» chiude con una dimostrazione di sana concretezza sabauda.
E per essere concreti quelli di Capetta-Duchesa Lia lo sono per davvero. Stabilimenti e vigneti in quel di Santo Stefano Belbo (Cuneo) hanno da sempre puntato sul territorio tanto che il loro slogan, che più volte abbiamo ricordato su questo blog, è “Vini Nobili del Piemonte” che rieccheggia, come concetto, quel “Arrivano i piemontesi” fortunato motto pubblicitario, ormai non più usato, di un’altra ditta di vini del Piemonte. «È il nostro orgoglio di avere sempre puntato su vini del territorio» chiarisce Riccardo Capetta che esibisce Moscato d’Asti docg e Brachetto d’Acqui docg di Duchessa Lia selezionati per la guida ufficiale di Vinitaly 2018. Poi ci sono le novità: Asti Secco docg in primis che, come conferma Capetta insieme ad altri suoi colleghi che abbiamo sentito alla Fiera scaligera, sta avendo un ottimo successo in Piemonte, ma c’è ancora molto da lavorare per farlo conoscere nel resto d’Italia e all’estero. Spunta anche l’ipotesi Acqui docg Rosè, versione non dolce del Brachetto spumante. «Ci stiamo pensando – ammette Riccardo Capetta -. Del resto – aggiunge – è un altro grande vino del nostro territorio e fare vini della nostra zona è quello che sappiamo fare meglio».

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